Nuova vita per gli aerei in pensione

Nuova vita per gli aerei in pensione
Di Euronews
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Dopo aver percorso milioni di miglia, in genere dopo 25-30 anni di vita, gli aerei diventano materiale di cui sbarazzarsi. All’aeroporto di Chateauroux, in Francia, una ricerca europea intende rendere questo processo redditizio, attraverso il riciclo e il riuso. Il primo obiettivo è dunque recuperare le parti utilizzabili, il secondo è poter contribuire a disegnare aerei con materiali meno inquinanti.

“Si tratta di osservare le leghe dei metalli e capire come recuperare ad esempio parti come il titanio, che è più costoso dell’alluminio”, spiega Ayçe Çelikel, coordinatrice del progetto AiMeRe (Aircraft Metal Recycling) e presidente di Envisa (Environmental and Economic Research for the Transportation Domain). “Il nostro lavoro riguarda tutta la fase finale della vita di un aereo, e quindi le problematiche del riciclaggio, e ha l’obiettivo di creare in futuro nuovi velivoli che non abbiano più queste problematiche. In pratica il ricliclaggio contribuirà alla progettazione di nuovi aerei”.

Il numero di aerei a livello mondiale è in aumento. Nei prossimi vent’anni, circa 6000 in Europa completeranno il loro ciclo di vita. Per questo i ricercatori vogliono sviluppare le pratiche migliori per gestire lo smaltimento. Una questione che chiama in causa immediatamente l’impatto che quest’operazione può avere sull’ambiente. Ridurlo al minimo diventa una priorità.

“La gestione della fine del ciclo di vita di un aereo è diventata una preoccupazione relativamente recente per l’industria e questo spiega la nostra preoccupazione di definire dei codici di buona condotta, di buone pratiche, per smantellare e riciclare gli aerei in tutta sicurezza e nel più rigoroso rispetto dell’ambiente”, afferma Martin Fraissignes, direttore esecutivo di AFRA (Aircraft Fleet Recycling Association), all’aeroporto di Chateauroux.

Innnanzitutto vengono rimossi i liquidi nocivi e gli elementi radioattivi. Poi inizia la fase di smaltimento, durante la quale il numero di componenti che può essere destinato a nuovi usi nell’industria aeronautica è ancora importante. Per questo la catena di riciclaggio comincia con il recupero delle parti riutilizzabili. “Recuperiamo tutte le parti che hanno un valore: tra queste ci sono il carrello d’atterraggio, il motore, l’unità di potenza ausiliaria e in seguito tutte le parti avioniche, come l’aria condizionata, et cetera, per poterle rivendere sul mercato secondario”, dice Olivier Dieu, direttore tecnico di Valliere Aviation.

Un aereo è fatto per il 60 per cento di alluminio, il 15 per cento di acciaio e per il 10 per cento di metalli preziosi come il titanio. L’altro obiettivo della ricerca è localizzare il prima possibile le leghe metalliche, in modo tale da migliorare il processo di riciclo. I ricercatori inoltre puntano a creare un modello che gestisca in modo efficace la redditività dell’operazione.

“Il problema principale sono le procedure di riciclaggio, perché le quantità non sono tanto elevate da assicurare un procedimento economico, specialmente per quanto riguarda i materiali in plastica”, spiega Torsten Müller, dell’Istituto di tecnologia chimica Fraunhofer. “Probabilmente la soluzione migliore sarà trovare una soluzione legale da un lato e dall’altro sviluppare una tecnologia con una mappatura accurata per lo smantellamento dell’aereo nel suo insieme”.

Se gli aerei in futuro inquineranno di meno, sarà anche grazie a materiali che d’ora in avanti possono rivivere.

www.aimereproject.org

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