La Nato avvisa la Cina: niente armi alla Russia

Jens Stoltenberg è segretario generale della Nato dal 2014
Jens Stoltenberg è segretario generale della Nato dal 2014 Diritti d'autore Virginia Mayo/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Maria Psara
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Il segretario generale dell'Alleanza atlantica Jens Stoltenberg ha espresso apprezzamento per alcuni elementi del piano di pace di Pechino. Ma sottolinea il continuo avvicinamento con Mosca

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La Nato accoglie con favore tutte le iniziative di pace, ma l'ultima parola deve sempre spettare all'Ucraina. Mentre i presidenti di Cina e Russia Xi Jinping e Vladimir Putin si incontravano a Mosca, a Bruxelles il segretario generale dell'Alleanza atlantica Jens Stoltenberg ha ribadito la richiesta a Pechino di non sostenere l'invasione russa e commentato il piano di pace in 12 punti cinese.

Aperture e avvisi

"La proposta di pace della Cina include alcuni aspetti ed elementi positivi che sostengo", ha detto Stoltenberg. "Ad esempio, l'importanza della sicurezza nucleare, della protezione dei civili e, non da ultimo, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza, sottolineando l'importanza della sovranità. Naturalmente qualsiasi soluzione di pace deve basarsi su questi principi".

"La proposta di pace della Cina include alcuni aspetti ed elementi positivi che sostengo"
Jens Stoltenberg
Segretario generale della Nato

Secondo la Nato non ci sono prove che la Cina stia consegnando armi letali alla Russia, ma Stoltenberg ha messo in guardia il governo di Pechino dal farlo e non ha mancato di notare il continuo avvicinamento fra i due Paesi.

"L'incontro di Mosca fa parte di un percorso di avvicinamento tra Cina e Russia che abbiamo visto negli ultimi anni. Solo un paio di settimane prima dell'invasione, lo scorso febbraio, i presidenti Xi e Putin si incontrarono a Pechino, dove hanno firmato una dichiarazione congiunta promettendosi reciprocamente una partnership senza limiti".

Il rapporto 2022 della Nato

Il Segretario generale ha anche presentato il rapporto annuale della Nato per il 2022, da cui si evince che la spesa per la difesa dei suoi Stati membri è aumentata del 2,2%.

Nell'anno appena trascorso, i Paesi dell'Alleanza hanno speso in media il 2,58% del proprio prodotto interno lordo e solo sette hanno raggiunto (o superato) l'obiettivo minimo del 2% fissato nel 2006: Stati Uniti, Regno Unito, Polonia, Lituania, Lettonia, Grecia ed Estonia. 

Per l'Italia, la quota arriva all'1,51%, in leggera diminuzione rispetto ai due anni precedenti.

Un commento da Stoltenbeg è arrivato anche sul processo di adesione della Finlandia, che si concluderà prima del vertice di luglio dell'Alleanza. 

Al contrario, la Svezia dovrà attendere probabilmente fino alle prossime elezioni in Turchia: l'attuale governo di Recep Tayyip Erdoğan ne mantiene in stallo il processo di ingresso, evitando di sottoporlo alla ratifica del proprio parlamento.

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