L'Ue sanziona nove persone per stupri e violenze sulle donne

Due alti ufficiali dell'esercito russo sono stati sanzionati per crimini sessuali commessi in Ucraina
Due alti ufficiali dell'esercito russo sono stati sanzionati per crimini sessuali commessi in Ucraina Diritti d'autore Andrii Marienko/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Jorge Liboreiro
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Nell'elenco approvato dai 27 Paesi dell'Ue figurano ufficiali russi, birmani, afghani e sud-sudanesi. Per loro congelamento di eventuali beni detenuti nell'Ue e divieto di ingresso nell'Unione

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L'Unione europea ha concordato sanzioni per nove persone, tra cui alti funzionari dell'esercito russo coinvolti nell'invasione dell'Ucraina, e tre entità accusate di aver perpetrato violazioni dei diritti delle donne.

È prima volta che viene utilizzato il nuovo regime di sanzioni per violazioni dei diritti umani, istituito nel dicembre 2020, per colpire i crimini di violenza sessuale.

La decisione è stata adottata all'unanimità dai 27 Stati membri e programmata in coincidenza con la Giornata internazionale della donna, celebrata l'8 marzo in tutto il mondo. "La crescente oppressione a livello globale su donne e ragazze e gli attacchi ai loro diritti umani sono allarmanti", ha dichiarato l'Alto commissario per gli Affari esteri dell'Ue Josep Borrell.

Ufficiali russi nel mirino

Nell'elenco figurano il generale Nikolay Anatolevich Kuznetsov e il colonnello Ramil Rakhmatulovich Ibatullin delle forze armate russe. Le divisioni sotto il loro comando avrebbero commesso "atti di violenza sessuale" contro la popolazione civile ucraina durante gli attacchi di marzo e aprile dello scorso anno.

Le includono lo stupro di una donna incinta vicino a Kiev e la partecipazione di soldati a violenze di gruppo. I comandanti sarebbero stati a conoscenza di questi crimini e "in alcuni casi di averne incoraggiato o addirittura ordinato" la realizzazione.

"Siamo profondamente preoccupati per le notizie secondo cui le forze armate russe utilizzano la violenza sessuale contro donne e bambini in Ucraina come arma di guerra", ha affermato la Commissione europea. "Queste azioni costituiscono crimini di guerra e gli autori devono essere assicurati alla giustizia".

Nella lista nera europea anche due agenti di polizia di Mosca accusati di aver arrestato e torturato arbitrariamente connazionali che protestavano contro l'invasione dell'Ucraina.

Nel caso di uno di loro, Ivan Ryabov, "le vittime riferiscono di essere state malmenate, soffocate con sacchetti di plastica e maltrattate fisicamente e verbalmente per sei ore", si legge nel documento approvato dal Consiglio dell'Ue.

Gli sanzionati, dall'Afghanistan al Myanmar

Oltre ai quattro russi, la lista comprende due ministri talebani, sanzionati per aver limitato i diritti delle donne e delle ragazze afghane attraverso l'imposizione di decreti sull'hijab, leggi sulla segregazione di genere e divieti di istruzione.

Così come due funzionari del governo sud-sudanese e un viceministro della giunta militare in Myanmar.

Le tre entità sanzionate sono invece la prigione di Qarchak in Iran, la Guardia repubblicana siriana e l'Ufficio del capo degli affari di sicurezza militare (Ocmsa), il servizio di intelligence militare del Myanmar.

"Il personale dell'Ocmsa utilizza nudità forzata, stupri, elettroshock, ustioni di genitali ed eccessiva violenza durante la detenzione arbitraria e l'interrogatorio di uomini, donne e membri della comunità Lgbtiq", hanno affermato gli Stati membri.

Le sanzioni comportano il congelamento dei beni posseduti da queste persone all'interno dell'Ue, il divieto di entrare nel territorio dei suoi Stati membri e di usufruire di servizi erogati da compagnie europee.

"Stiamo inviando un messaggio chiaro agli autori di questi crimini: non resteranno impuniti", ha dichiarato Wopke Hoekstra, ministro degli Esteri dei Paesi Bassi. "Questi atti orribili e disumani hanno delle conseguenze".

Si tratta di un passo nella giusta direzione anche per la vice-presidente della commissione per i Diritti della donna del Parlamento europeo, la deputata di Podemos Eugenia Rodríguez Palop.

"Penso che le sanzioni adottate siano un segnale positivo, anche se esistono meccanismi che danno maggiori garanzie come quelli istituiti dallo Statuto di Roma o dalle commissioni di inchiesta, che permettono non solo di individuare gli autori dei reati ma anche di fornire risarcimenti alle vittime e di favorire politiche di più ampio respiro".

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