È ancora stallo tra Budapest e Bruxelles

La foto di rito al vertice Unione Europea-Balcani occidentali di Tirana, il primo svoltosi in un Paese non membro dell'Ue
La foto di rito al vertice Unione Europea-Balcani occidentali di Tirana, il primo svoltosi in un Paese non membro dell'Ue Diritti d'autore European Union
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Di Stefan Grobe
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La settimana europea contrassegnata dal rifiuto di Orbán di approvare il pacchetto di aiuti finanziari all'Ucraina: un ricatto per sbloccare i fondi comunitari destinati al suo Paese. Intanto i leader dei 27 incontrano a Tirana quelli dei Balcani occidentali

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La situazione di stallo tra le istituzioni comunitarie e l'Ungheria è sempre più problematica, con il Primo ministro ungherese Viktor Orbán che ha posto il veto a un pacchetto di aiuti finanziari all'Ucraina da 18 miliardi di euro.

Budapest vs Bruxelles

L'atteggiamento ricattatorio di Orbán deriva dalla scelta della Commissione europea di sospendere l'erogazione dei fondi comunitari stanziati per l'Ungheria, a causa delle carenze riguardanti lotta alla corruzione e stato di dirittonel Paese. I progressi e le riforme effettuate finora dal governo di Budapest non sono abbastanza, per Bruxelles.

E quindi Orbán danneggia l'Ucraina, un Paese alleato che lotta per la sopravvivenza; Tanto che gli altri 26 Stati membri dell'Unione stanno cercando soluzioni alternative per finanziarlo.

L'Ucraina è alle prese con un notevole deficit di finanziamento e si aspetta un'ulteriore contributo europeo già a gennaio, ha spiegato Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione. "Sappiamo che la situazione è estremamente difficile. Ci sono milioni di persone senza acqua, riscaldamento o elettricità. Quindi, dobbiamo davvero fare di più".

Balcani più vicini?

L'Ungheria è entrata a far parte dell'Unione Europea nel 2004, insieme ad altri nove Stati. All'epoca c'erano dubbi sul fatto che i Paesi dell'Europa orientale sarebbero stati in grado di raggiungere gli standard dell'Unione abbastanza velocemente.

Gli stessi dubbi permangono oggi quando si tratta dei sei Paesi dei Balcani occidentali che da tempo bussano alle porte dell'Unione.

Nel vertice organizzato in Albania, c'era la sensazione che la guerra della Russia in l'Ucraina ha creato un nuovo senso di urgenza. I leader dell'Unione Europea hanno auspicato un ulteriore allargamento, in termini quasi poetici.

"Sono assolutamente convinto che il futuro dei nostri figli sarà più sicuro e prospero con i Balcani occidentali all'interno dell'Unione Europea. Ed è questa convinzione condivisa che ci unisce e favorisce questo processo di integrazione", ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Kaja Kallas: "Le sanzioni fanno male... alla Russia"

A Tirana Euronews ha incontrato il primo ministro estone Kaja Kallas:

Nel'ultimo vertice Unione Europea-Balcani occidentali, i leader di questi Stati erano un po' arrabbiati per le discussioni che sembravano loro una perdita di tempo. È cambiato qualcosa da allora?

Sì. Gli ultimi incontri sono stati molto, molto tesi perché c'è frustrazione da parte dei Paesi dei Balcani occidentali nei confronti dell'Unione Europea, dovuta al fatto che non riusciamo a mantenare le promesse. Ma questa volta abbiamo autorizzato la liberalizzazione dei visti per il Kosovo. Abbiamo la prospettiva di un'adesione per la Bosnia-Erzegovina. Abbiamo diversi nuovi elementi. Quindi, è stato un incontro molto più cooperativo e orientato al futuro.

È il momento di un nuovo slancio?

Certo, l'Unione Europea è un insieme di 27 stati membri e abbiamo anche 27 diverse opinioni pubbliche. Ma penso davvero che questa sia un'opportunità non solo per i Balcani occidentali, ma in realtà per l'Unione stessa, perché se questa regione è pacifica, sicura ed economicamente prospera, ciò rappresenta un vantaggio per l'intera Europa, che sarà tutta più pacifica e più prospera. Quindi, è anche nell'interesse dell'Unione Europea avere nuovi membri.

La guerra in Ucraina ha cambiato la politica sull'allargamento? E perché la regione dei Balcani occidentali è così importante per l'Unione europea?

Ha cambiato il modo in cui guardiamo le cose, e penso che ci abbia reso anche più uniti con i paesi dei Balcani occidentali: i valori europei che condividiamo sono quelli attualmente in gioco in Ucraina. La Russia ha attaccato l'Ucraina perché ha aspirazioni europee. Quindi, non è nell'interesse dell'Unione lasciarsi sfuggire altri Paesi. Penso che l'unità dimostrata sia positiva e stiamo ragionando su come rafforzare i legami con tutti quei Paesi che vorrebebro aderire all'Unione Europea.

Alcuni indicatori sembrano segnalare che le sanzioni alla Russia non sono così efficaci contro il regime di Putin. È vero che l'Unione Europea si sta facendo male da sola?

Le nostre informazioni mostrano chiaramente che le sanzioni stanno danneggiando la Russia. E poi perché i russi vogliono sempre che revochiamo le sanzioni e adottano diverse strategie per spingerci a revocarle? Ricordo che i propagandisti russi parlavano della fame come ultima loro speranza perché l'Europa revocasse le sanzioni: sono molto cinici. E le nostre sanzioni fanno davvero male. Naturalmente, non sappiamo tutta la verità sull'economia russa, che non è trasparente come la nostra. Ma la nostra intelligence ci dice che le sanzioni hanno effetto e dobbiamo avere pazienza.

L'Ucraina al buio, ma...

Dopo nove mesi di bombardamenti subiti, questa settimana l'Ucraina ha colpito il territorio russo tre volte in due giorni. Sembra che l'esercito di Kiev stia adottando strategie sempre più audaci.

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Mosca ha reagito con ulteriori attacchi alle infrastrutture elettriche ucraine, facendo precipitare nell'oscurità molte città come Leopoli. Ma ciò non ha fermato la vita di tutti i giorni: negozi e bar si adattano alla situazione e, secondo un barista locale, "le persone intorno alle candele sono molto più gentili, si parlano molto di più".

L'ottimismo per affrontare un periodo duro non manca.

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