La Commissione europea propone di congelare i fondi all'Ungheria

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Viktor Orbàn. Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Gli impegni presi dal primo ministro Viktor Orbán non sono stati considerati sufficienti dall'esecutivo comunitario. Restano congelati oltre 13 miliardi di euro, tra fondi di coesione e piano nazionale di ripresa e resilienza

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La Commissione europea ha proposto ufficialmente di congelare 7,5 miliardi di euro dei fondi comunitari spettanti all'Ungheria, dato che il Paese non ha compiuto progressi sufficienti nella lotta alla corruzione.

Sospeso pure il pagamento dei 5,8 miliardi del Pnrr ungherese, che pure è stato formalmente approvato dalla Commissione. Oltre 13 miliardi resteranno dunque bloccati fino a che il governo di Budapest non rispetterà 27 condizioni, dal rafforzamento del quadro anticorruzione a una maggiore indipendenza della magistratura.

La proposta della Commissione

"Purtroppo l'Ungheria non ha attuato le misure correttive, tramite le quali i rischi da noi individuati sarebbero stati rimossi. Quindi manteniamo invariata la nostra proposta sulle misure di tutela del bilancio comunitario", ha detto in conferenza stampa Johannes Hahn, commissario europeo per il Bilancio e l'amministrazione.

L'opposizione al governo di Viktor Orbán accoglie con favore la decisione, come spiega Klára Dobrev, eurodeputata socialista ungherese a Euronews

"Negli ultimi dieci anni miliardi di euro sono arrivati in Ungheria, ma la sanità è in una situazione peggiore rispetto a prima, l'istruzione è in una situazione peggiore, la competitività del Paese non è aumentata, perché tutti questi fondi sono andati a tre o quattro oligarchi ungheresi. Ora con questa decisione possiamo fermare questo processo".

La decisione spetta agli Stati

Le decisioni della Commissione dovranno ora essere approvate dal resto degli Stati dell'Unione, che le voteranno a inizio dicembre a maggioranza qualificata: perché siano adottate servirà l'assenso del 55% dei Paesi, con almeno il 65% della popolazione collettiva.

Il governo di Budapest rivendica la validità del suo percorso di riforme e conta ancora di convincere le istituzioni europee.

"Sono fiducioso sul fatto che riusciremo a mantenere le nostre promesse rimanenti in maniera puntuale e approfondita come abbiamo fatto finora. E ritengo che convinceremo Commissione e Consiglio a sbloccare i fondi nel 2023", ha detto Tibor Navracsics, minsitro ungherese per lo Sviluppo regionale.

Il giorno della verità sarà il 6 dicembre, quando a Bruxelles si riuniranno i minsitri delle finanze dell'Unione Europea. 

Il voto sui fondi ungheresi sarà programmato dopo quelli sugli aiuti all'Ucraina per il 2023 e sulla tassazione minima per le multinazionali: un modo per evitare ogni possibile ricatto da parte di Orbán.

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