Trattative a oltranza a Bruxelles

Il Consiglio Europeo del 20 e 21 ottobre si concentrerà soprattutto sulla crisi energetica
Il Consiglio Europeo del 20 e 21 ottobre si concentrerà soprattutto sulla crisi energetica Diritti d'autore FRANCOIS LENOIR/
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Di Gregoire Lory
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Al centro della discussione nel Consiglio europeo le misure contro il caro energia: il tetto al prezzo del gas divide ancora gli Stati membri. Germania e Paesi Bassi continuano la loro opposizione, mentre Draghi segnala il rischio di frammentazione del mercato unico

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Abbassare il prezzo del gas, e quindi dell'energia, per dare sollievo ad aziende e cittadini. È questo l'obiettivo principale del Consiglio Europeo cominciato a Bruxelles. I 27 capi di Stato e di governo dell'Unione negozieranno le ultime proposte avanzate dalla Commissione europea, in quello che si annuncia come il punto più complicato della discussione.

Per un intero pomeriggio si è affrontato il tema senza riuscire a trovare un punto di incontro, nonostante il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel avesse sottolineato all'inizio del vertice l'urgenza di trovare una risposta comune. Dopo la cena la discussione è proseguita per tutta la serata e si protrarrà probabilmente anche oltre.

Contro il tetto

"Discuteremo meccanismi che impongono un massimale ai prezzi del gas, meccanismi per sganciare il prezzo dell'elettricità da quello del gas come già consentito per Spagna e Portogallo, e gli acquisti europei comuni di gas, che sono davvero efficaci, visto che in linea di principio li abbiamo concordati diversi mesi fa. Sono un insieme di misure che puntano a ridurre il prezzo del gas, a scoraggiare le speculazioni e ad abbassare il costo dell'energia elettrica”, ha spiegato il presidente francese Emmanuel Macron al suo arrivo

In particolare è il tetto al prezzo del gas a dividere i leader nazionali. La Commissione lo suggerisce "dinamico" e temporaneo, 16 Stati lo vorrebbero più incisivo, mentre  Paesi Bassi e Germania continuano a opporsi. E il primo ministro olandese Mark Rutte, ha previsto una “lunga notte” di trattative, fa notare come il mercato sembra avere di recente invertito la tendenza, con i prezzi del combustibile adesso in ribasso.

"Penso che abbiamo già concordato molte soluzioni pratiche e vediamo che i prezzi del gas sono molto più bassi rispetto solo a un paio di mesi fa. Al momento anche il gas naturale liquefatto è più caro in Asia che in Europa, stando a quanto riporta il Financial Times".

L'ultimo giro di Draghi

Ma altri insistono: senza price cap e riforma del mercato elettrico_,_ ha detto Mario Draghi, si rischia una **frammentazione del mercato europeo,**che può avere riflessi negativi sull’unità europea se i Paesi che hanno maggior spazio fiscale operano in autonomia.

Il presidente del Consiglio italiano, al suo ultimo Consiglio europeo, non ha parlato al suo arrivo, ma si è mostrato molto deciso di fronte ai suoi omologhi. Ha ricordato la fase di recessione che l’Europa sta per attraversare e insistito sull’urgenza di un fondo comune considerevole utilizzabile non solo per investimenti, ma anche per mitigare i prezzi.

Per Draghi gli Stati Membri devono avere una capacità di spesa comne: non solo una questione di solidarietà, ma di salvaguardia del mercato interno.

Prima di entrare al Consiglio, il premier ha salutato le tre rappresentanze diplomatiche italiane di Bruxelles: quella presso l’Unione Europea, presso la Nato e presso il regno del Belgio. Draghi si è detto profondamente grato agli ambasciatori e ai funzionari “da cittadino, prima ancora che da presidente”.

Un corridoio verde... per il gas

Con i negoziati in stallo, la notizia di giornata arriva dal presidente spagnolo Pedro Sánchez, che ha annunciato un accordo fra Spagna, Portogallo e Francia per costruire il “corridoio verde”: una rete di connessioni tramite cui passerà in futuro l’idrogeno, ma che per il momento trasporteranno gas, anche per un tratto sottomarino, tra Barcellona e Marsiglia.

La nuova infrastruttura sostituirà il contestato gasdotto MidCat e si chiamerà BarMar, dai nomi delle due città principali che attraversa: il comunicato congiunto dei tre Paesi specifica che trasporterà gas soltanto come "fonte temporanea di energia".

Critiche alla Germania

Intanto il piano nazionale da 200 miliardi di euro adottato dal governo tedesco ha creato parecchi malumori.

"Il pericolo è che alcuni Stati membri, con un budget più grande o più margine di manovra per prendere denaro in prestito denaro, possano sostenere le loro imprese e le loro famiglie più di altri", dice il primo ministro lettone Krisjanis Kariņš. "In questo modo avremmo una situazione di concorrenza sleale, la competizione interna europea ne uscirebbe danneggiata...e questo dobbiamo evitarlo. Bisogna trovare un modo per superare queste tendenze, diciamo così, quasi protezionistiche".

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, però , risponde alle critiche affermando di agire in pieno spirito di solidarietà europea: "Siamo il più grande contribuente dell'Unione Europea, paghiamo il 26% del bilancio e stiamo sviluppando molti meccanismi di solidarietà, come abbiamo fatto nelle ultime crisi".

Divisi sull'energia, uniti sulla guerra

Per ottenere una risposta comune sarà necessario superare profonde differenze di vedute sulla crisi energetica, mentre una discussione decisamente più agevole sembra quella sulla guerra in Ucraina. I 27 ribadiranno il loro sostegno al governo di Kiev e la condanna decisa all'invasione russa, minacciando di ulteriori sanzioni la Bielorussia, che si è schierata al fianco di Mosca.

leader nazionali, che hanno ascoltato in collegamento da Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, concretizzeranno il loro sostegno alla resistenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina con altri tre miliardi di euro assistenza macro-finanziaria al Paese.

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