Il Parlamento europeo boccia Frontex

L'agenzia Frontex pattuglia le frontiere esterne dell'Unione Europea in collaborazione con le autorità nazionali
L'agenzia Frontex pattuglia le frontiere esterne dell'Unione Europea in collaborazione con le autorità nazionali Diritti d'autore AP Photo/Santi Palacios
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Di Vincenzo GenoveseSandor Ziros
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Respinto il bilancio a consuntivo dell'agenzia di frontiera per il 2020. Pesa il comportamento dei suoi agenti, coinvolti in casi di violazione dei diritti umani

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Il Parlamento europeo ha respinto l'approvazione del bilancio a consuntivo per l'anno 2020 di Frontex, l'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, che pattuglia i confini in collaborazione con le autorità nazionali. 

Il Parlamento spaccato (quasi) a metà

L'Eurocamera si è spaccata sul voto, con 284 deputati favorevoli a concedere il cosiddetto discharge, otto astenuti e 345 contrari. Come si evince dall'appello nominale, a negare l'approvazione sono stati i gruppi politici di sinistra, più quasi tutti i centristi di Renew Europe. Tutte formazioni molto critiche sul comportamento dell'agenzia negli ultimi anni.

"Vediamo in modo chiaro una situazione inaccettabile alle frontiere esterne dell'Unione Europea e Frontex ne era quantomeno a conoscenza. Si sono verificati dei respingimenti illegali, come è stato dimostrato, e riteniamo che da parte di Frontex non sia stato fatto abbastanza per contrastare queste dinamiche", dice a Euronews Terry Reintke, eurodeputata tedesca appena eletta co-presidente dei Verdi/Alleanza libera per l'Europa.

Ancora più chiara la sua collega Malin Björk, svedese del gruppo della Sinistra.

"Frontex dev'essere un supporto per gli Stati membri, ma deve anche promuovere il rispetto dello stato di diritto e del diritto comunitario. Essere complice delle violazioni dei diritti umani significa fare esattamente il contrario di ciò per cui questa agenzia è stata creata".

Gli esponenti politici dei partiti di destra, invece, difendono l'impegno di Frontex nella protezione delle frontiere europee e nella lotta all'immigrazione illegale. Tra questi c'è il tedesco Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo.

"Oggi come oggi, dobbiamo rafforzare l'agenzia che opera alle nostre frontiere esterne. Siamo dalla parte degli agenti di Frontex, che stanno facendo il loro lavoro per proteggere i nostri confini". Il Ppe ha votato per la concessione del discharge, insieme ai gruppi Identità e democrazia e Conservatori e riformisti europei e a una sparuta pattuglia di sei socialisti, tra cui i tre della delegazione danese. Divisi anche gli europarlamentari non iscritti a nessun gruppo politico: Movimento Cinque Stelle e indipendentisti catalani contrari alla concessione, ungheresi di Fidesz favorevoli.

Mancanze e violazioni

Le accuse degli eurodeputati si basano anche e soprattutto su un rapporto dell'Olaf, l'Ufficio antifrode europeo, il cui testo integrale è trapelato di recente alla stampa. Proprio questo rapporto aveva spinto l**'ex direttore di Frontex Fabrice Leggeri a dimettersi lo scorso aprile**. 

L'indagine dell'Olaf evidenzia mostra come gli agenti di Frontex avrebbero evitato di segnalare violazioni dei diritti umani alle frontiere, cercato di insabbiare episodi scomodi per le autorità nazionali, mentito a Commissione e Parlamento e, almeno in un caso, ignorato deliberatamente un'imbarcazione piena di persone alla deriva nel Mediterraneo, a largo della Libia. 

Tra le operazioni di Frontex più criticate dal Parlamento, rimarcate dalla relazione che accompagna il voto, ci sono quella a sostegno delle autorità ungheresi impegnate in operazioni di rimpatrio e quella e al confine tra Grecia e Turchia, dove viene richiesto un maggiore monitoraggio per il rispetto dei diritti umani

 La decisione dell'Eurocamera, comunque, non ha immediate conseguenze concrete: in teoria un'agenzia a cui viene rifiutato il discharge è costretta a ripresentare il proprio bilancio, in pratica il budget futuro a disposizione di Frontex non è intaccato dal voto contrario. Che resta però un chiaro segnale politico: una sonora bocciatura, l'ennesima, all'operato di un'agenzia dai metodi sempre più contestati.

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