"Nessuna immunità per Putin", dice il procuratore capo della CPI

Karim Ahmad Khan è procuratore capo capo della Corte penale internazionale dal 2021
Karim Ahmad Khan è procuratore capo capo della Corte penale internazionale dal 2021 Diritti d'autore ICC
Di Shona Murray
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Karim Ahmad Khan: "Il presidente russo non resterà impunito, se sarà ritenuto colpevole dei crimini di guerra che gli vengono addebitati"

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Vladimir Putin non resterà impunito, se ci saranno prove sufficienti a suo carico. Il presidente russo non godrà di alcuna immunità dalle accuse di aver compiuto crimini di guerra. A spiegarlo in un'intervista a Euronews è il procuratore capo della Corte penale internazionale dell'Aja Karim Khan, attualmente impegnato a indagare sulle atrocità commesse in Ucraina.

Nessuna immunità

"Né gli ordini ricevuti dai superiori, né la posizione gerarchica che un individuo ricopre, come generale presidente o primo ministro sono condizioni sufficienti per l' immunità - spiega il procuratore - non c'è immunità per i crimini internazionali. E uno dei principi di Norimberga, è che non esiste prescrizione per crimini di guerra o crimini contro l'umanità.

Presidente, alti comandi e militari russi sono accusati di aver commesso crimini di guerra in tutta l'Ucraina, tramite bombardamenti indiscriminati, stupri, omicidi e torture nei confronti della popolazione civile. Se comprovati, si tratta per il procuratore Khan di atti inaccettabili

"Una cosa è chiara. Non si possono prendere di mira deliberatamente e intenzionalmente obiettivi civili: scuole, ospedali o luoghi di residenza, a meno che essi non vengano utilizzati dall'avversario per ottenere un netto vantaggio militare".

Secondo il Procuratore capo, il diritto internazionale assume una rilevanza particolare nel caso dell'attuale conflitto in Ucraina.

"Penso che il diritto abbia un ruolo da svolgere. Non risolverà tutti i problemi del mondo, ma dobbiamo assicurarci che sia considerato rilevante nei momenti più critici che tutti noi stiamo vivendo. Ciò che sta accadendo non è un film di Hollywood, non è una sorta di messinscena... è qualcosa di reale, di vicino e che colpisce in maniera diretta molte persone"

Le indagini di Khan e del suo pool in Ucraina sono supportate da Eurojust, l'agenzia di cooperazione giudiziaria dell'Unione Europea, e da sei Paesi membri. Tutti alla ricerca della verità, in un Paese ancora martoriato dalle bombe.

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