Chi non guarderà il Mondiale in Qatar

Il Mondiale 2022 si svolgerà in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre
Il Mondiale 2022 si svolgerà in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre Diritti d'autore AP Photo
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Di Méabh Mc Mahon
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Diverse città francesi non installeranno maxi-schermi per protesta contro la situazione dei diritti umani nel Paese. Anche alcuni locali pensano al boicottaggio, mentre dalle istituzioni europee continuano ad arrivare pressioni per migliorare le condizioni dei lavoratori migranti

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Non dappertutto, in Europa, si seguiranno le partite del Mondiale di calcio in Qatar. Se in alcuni Paesi, come l'Italia, l'interesse scema vista la mancanza della Nazionale di casa, altrove c'è chi pensa persino a un boicottaggio totale della manifestazione.

Boicottaggio mondiale

Diverse città francesi hanno deciso infatti che non installeranno maxischermi nelle proprie piazze, per protesta contro la situazione dei diritti umani nello Stato mediorientale: Parigi è l'ultima ad aderire a un'iniziativa che comprende pure Marsiglia, Strasburgo, Nizza e Bordeaux.

Stessa idea venuta ad alcuni proprietari di locali in Belgio. Il titolare del Cafe Caberdouch, un bar di Bruxelles che di solito proietta gli incontri su un grande schermo, spiega a Euronews che questa volta non lo farà. Nessun match in programma nel suo locale, per motivi etici, sociali ed ecologici.

"Sono una serie di cose a infastidirmi... dal modo in cui questo Mondiale è stato assegnato, alla scelta del Paese, agli scandali sulla corruzione, a quelli sulla costruzione degli stadi... e poi la cosa più assurda di tutte: ora che c'è una crisi energetica pazzesca, in cui tutti ci chiediamo come faremo a pagare le bollette, dovremmo guardare partite che si giocano in stadi climatizzati in mezzo al deserto?".

Anche lo staff del suo bar è d'accordo con questa decisione, che sicuramente costerà parecchio in termini di mancati introiti per il locale. 

Le pressioni europee sul Qatar

Secondo l'ONG Amnesty International, attualmente lavorano in Qatar 1,7 milioni di stranieri, spesso in condizioni di sfruttamento. E secondo un'inchiesta del quotidiano britannico The Guardian, 6.500 di loro sono morti al lavoro negli ultimi dieci anni.

Per questo la commissione per i diritti umani del Parlamento europeo ha approvato quattro risoluzioni di sensibilizzazione sul tema e i suoi membri continuano a evidenziare il problema, come fa l'eurodeputata tedesca dei Verdi Hannah Neumann.

"L'intera situazione dei Mondiali in Qatar è un gran pasticcio. La Coppa del Mondo non avrebbe mai dovuto essere assegnata al Paese, in primo luogo a causa della situazione dei diritti umani, perché non stiamo parlando di una democrazia, ma di uno Stato con grossi problemi", spiega la parlamentare a Euronews.

"Con il passare del tempo poi ci sono stati alcuni miglioramenti per i diritti dei lavoratori migranti, ma questo non riporta in vita nessuna delle vittime morte durante la costruzione degli stadi. Mi piace molto il calcio, ma non ho nessuna voglia di guardare questo Mondiale".

Non seguirà le partite nemmeno l'Alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Unione Europea Josep Borrell, troppo impegnato in quel periodo, secondo il suo portavoce. Anche da parte sua sono arrivate di recente pressioni sulle autorità del Qatar affinché vigilino in maniera più efficace sul rispetto dei diritti umani.

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