Elezioni 2022, la polemica su una frase di von der Leyen

La presidente della Commissione ha parlato all'università di Princeton
La presidente della Commissione ha parlato all'università di Princeton Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
Di Jorge LiboreiroVincenzo Genovese
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La presidente della Commissione europea ha detto che "se le cose dovessero andare male, ha a disposizione strumenti adeguati". Alcuni l'hanno interpretato come un avvertimento a un possibile governo di destra

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Una frase all'apparenza ordinaria, che però scatena una serie di polemiche nell'ultimo giorno della campagna elettorale italiana.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato nella notte all'università di Princeton, negli Stati Uniti, rispondendo anche a una domanda sulle imminenti elezioni italiane.

Le parole di von der Leyen

La Commissione europea è disposta a lavorare con qualsiasi governo democratico in ogni Paese, ma ha gli "strumenti" se le cose dovessero andare in una "direzione difficile", ha affermato la presidente.

Queste le esatte parole: "Vedremo il risultato delle elezioni. Abbiamo avuto elezioni anche in Svezia. Il mio approccio è che qualunque governo democratico vorrà lavorare con noi, lavoreremo insieme".

Aggiungendo poi: "Se le cose andranno in una direzione difficile - ho già parlato di Ungheria e Polonia - abbiamo gli strumenti". In una domanda precedente, estranea alla situazione italiana, von der Leyen aveva descritto la Commissione europea come la "custode" dei trattati dell'Unione e ha spiegato gli strumenti che l'esecutivo ha a sua disposizione per correggere le violazioni legali.

"La democrazia è un costante work in progress. Non si finisce mai, non si può mai dare per scontata". Von der Leyen ha affermato che quando i capi di stato e di governo partecipano al Consiglio europeo, si rendono conto che il loro "futuro e benessere" dipende da tutti gli altri 26 Stati membri, riflettendo sulla natura dei negoziati e del consenso che caratterizza le complesse decisioni dell'Unione.

Le reazioni in Italia

Alcuni esponenti politici hanno interpretato le parole di von der Leyen come una sorta di avvertimento in vista di un eventuale governo di centrodestra, ipotesi molto probabile secondo gli utlimi sondaggi disponibili, risalenti a due settimane prima del voto. Buona parte della stampa nazionale ha dato una lettura simile.

"Vergognosa arroganza. Rispetti il voto libero, democratico e sovrano del popolo italiano! Amici di tutti, servitori di nessuno", ha scritto su Twitter Matteo Salvini, leader della Lega, uno dei membri della coalizione di centrodestra.

Il gruppo Identità e democrazia al Parlamento europeo, di cui fa parte la Lega, ha lanciato un'interrogazione formale alla presidente sulle sue parole.

Altri esponenti politici, come la senatrice di Fratelli d'Italia Daniela Santanché, hanno parlato di "minacce" e "parole fuori luogo". Anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha in qualche modo criticato l'uscita di von der Leyen.

"Io dico alla presidente von der Leyen, non dovete minimamente entrare nelle questioni italiane. Chiunque l’Italia elegga bisogna che l'Europa rispetti il voto degli italiani. Se anche vincesse la destra, l'Europa deve rispettare l'esito elettorale", le sue parole a un'emittente radiofonica.

Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta è entrato nel dibattito, sottolineando come von der Leyen provenga dallo stesso partito, il Partito popolare europeo, del quale fanno parte Berlusconi e Tajani, che corrono proprio nella coalizione di centrodestra

"Non è che stiamo parlando di una pericolosa comunista. Penso che la presidente della commissione chiarirà, perché la sua frase si presta ad ambiguità. Stiamo parlando di una persona assolutamente equilibrata e che non ha nulla di pregiudiziale verso quell'area culturale".

L'ambasciata russa in Italia ha approfittato della situazione per lanciare una stoccata all'Unione.

Un portavoce della Commissione, comunque, ha affermato l'indomani che la presidente non ha interferito "in alcun modo" nelle elezioni italiane e che stava semplicemente spiegando il ruolo della Commissione nel difendere il diritto comunitario.

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