Il rialzo dei tassi della Bce: rischio o mossa azzeccata?

La Banca centrale europea ha aumentato questa settimana i tassi di interesse dello 0,75%
La Banca centrale europea ha aumentato questa settimana i tassi di interesse dello 0,75% Diritti d'autore Michael Probst/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
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Di Stefan Grobe
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Nell'ultima edizione di "Stato dell'Unione", interviene a Euronews Mario Centeno, che ha partecipato alla decisione storica della Banca centrale europea, spiegando obiettivi e previsioni

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La Banca centrale europea ha alzato i tassi di interesse di tre quarti di punto, il più grande aumento nella sua storia, che porta la cifra attuale di riferimento allo 0,75%.

Decisione storica

Si tratta di una decisione presa per contenere l'inflazione causata dalla guerra in Ucraina e dalla conseguente crisi energetica e segue quella dello scorso luglio, quando i tassi furono portati a zero dopo anni in territorio negativo, con un aumento dello 0,5%.

“Questo importante passo anticipa la transizione dal livello accomodante dei tassi ufficiali verso livelli che garantiranno il tempestivo ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%. Sulla base della nostra attuale valutazione, nei prossimi incontri prevediamo di aumentare ulteriormente i tassi di interesse per smorzare la domanda e proteggerci dal rischio di un persistente rialzo delle aspettative di inflazione", ha spiegato la presidente della Bce Christine Lagarde.

Il dilemma però rimane: ogni aumento dei tassi rischia di favorire una recessione già incombente.

D'altra parte l'inflazione sta già facendo le sue vittime: secondo recenti sondaggi l'attività imprenditoriale in Europa è diminuita ad agosto per il secondo mese consecutivo.

In un momento in cui l'Unione Europea sta tentando di proteggere i suoi cittadini dall'esplosione dei prezzi, il continente potrebbe scivolare in recessione.

"Non prevediamo una recessione"

A Euronews è intervenuto Mario Centeno, Membro del Consiglio direttivo della Bce e Governatore della Banca del Portogallo, che ha preso parte alla decisione.

L'inflazione ha raggiunto un nuovo massimo storico nella zona euro, il 9,1% ad agosto, e probabilmente arriverà presto alla doppia cifra. Avete un'idea di quando i prezzi al consumo torneranno finalmente a scendere?

L'andamento dell'inflazione in Europa e anche nel mondo è stato il risultato di una sequenza di shock. Man mano che questi fattori svaniscono, possiamo aspettarci che anche l'inflazione scenda. Ci sono lo shock energetico prima e dopo la guerra, il rallentamento nelle catene di approvvigionamento dovuto alla pandemia... ci aspettiamo che svaniranno nei prossimi trimestri e che la situazione complessiva migliori. Questa è una buona notizia per l'inflazione, naturalmente, noi banchieri centrali siamo sempre preoccupati per gli effetti collaterali. Ad esempio, l'impatto che le revisioni salariali e le negoziazioni possono avere sull'inflazione tramite una spinta al rialzo sui prezzi. In sintesi, direi che entro la fine dell'anno, o sicuramente nella prima metà del prossimo anno, vedremo scendere i prezzi.

Questa coincidenza di alta inflazione e bassa crescita costringerà i politici a scelte dolorose. Maggiori stimoli non faranno che aumentare la pressione inflazionistica e tassi di interesse più elevati potrebbero aumentare il rischio di recessione. Come state affrontando tutto questo?

La mia ricetta richiede il coordinamento degli sforzi fiscali e monetari in Europa, dove non c'è una grande tradizione sul tema. Questo deve essere uno sforzo congiunto da tutti i settori di politica economica. Sappiamo tutti che la politica fiscale deve essere mirata, limitata nel tempo, in modo da non aggiungere ulteriore pressione sulla domanda e sui prezzi. Ma la politica monetaria deve garantire che il processo di normalizzazione prosegua in modo ordinato, per uscire finalmente da questo ciclo di cambiamento in cui ci troviamo oggi... ma senza una recessione.

Possiamo ancora evitarla, una recessione?

La recessione non è inevitabile. Se guardiamo ai nostri scenari economici, alle nostre proiezioni, di base non prevediamo una recessione. Abbiamo avuto successo nell'affrontare la crisi pandemica. Siamo riusciti a riprenderci da queste grandissime crisi che abbiamo avuto nel 2020. Quindi, ora dobbiamo agire con forza per far fronte all'inflazione tenendo insieme l'economia e il mercato del lavoro. La forza fiscale dell'Europa è stata misurata con la reazione alla pandemia. In quel caso abbiamo mostrato un enorme senso di solidarietà e di azione comune. Quindi, penso che possiamo fare meglio in questa fase se agiamo insieme.

L'anniversario dell'attacco

Questa settimana ha visto anche il 50esimo anniversario dell'attacco di un commando palestinese alle Olimpiadi di Monaco del 1972, in cui furono uccisi 11 atleti israeliani.

I presidenti di Germania e Israele hanno partecipato a una cerimonia all'aeroporto di Fürstenfeldbruck, vicino a Monaco, dove un tentativo di salvataggio fallito ha provocato la morte di nove atleti israeliani, un agente di polizia della Germania occidentale e cinque degli assalitori.

La cerimonia ha seguito di pochi giorni un accordo che ha posto fine a una lunga disputa sui risarcimenti iparenti degli atleti uccisi riceveranno una somma totale di 28 milioni di euro, un aumento significativo rispetto all'offerta iniziale di 10 milioni di euro. La cifra include anche i pagamenti già effettuati.

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