L'UE si prepara a un inverno senza gas russo

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il vice presidente esecutivo, Frans Timmermans, e la commissaria all'Energia, Kadri Simson.
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il vice presidente esecutivo, Frans Timmermans, e la commissaria all'Energia, Kadri Simson. Diritti d'autore Lukasz Kobus/ EU
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Di Aida Sanchez Alonso
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La Commissione europea ha presentato il piano di emergenza per far fronte all'eventuale taglio di forniture di gas da parte della Russia. Il fulcro è nella riduzione del 15% dei consumi da agosto a fine marzo e nella solidarietà tra Paesi UE.

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L'Unione Europea deve essere pronta al peggio: cioè a una carenza di gas il prossimo inverno.

Mentre la Russia minaccia di interrompere le forniture, la Commissione europea ha presentato un piano di emergenza che introduce obiettivi di risparmio energetico.

"La Russia ci sta ricattando, la Russia sta usando l'energia come un'arma. E quindi in ogni caso, che si tratti di un taglio parziale, maggiore o totale del gas russo, l'Europa deve essere pronta", ha dichiarato in conferenza stampa la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen

In una prima fase, il piano funzionerebbe su base volontaria e gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a ridurre il consumo di gas del 15% a partire dal 1° agosto e per 8 mesi, fino al 31 marzo 2023.

Ma, nel caso in cui la Russia decidesse di chiudere completamente i rubinetti del gas, la Commissione europea potrà dichiarare un "Allarme dell'Unione", uno stato di allerta che trasformerebbe gli obiettivi di risparmio da volontari ad obbligatori.

Intanto, però, gli edifici pubblici e i cittadini sono invitati a limitare l'uso del riscaldamento e dell'aria condizionata.

"Dobbiamo tenere accese le luci negli uffici vuoti o nelle vetrine dei negozi per tutta la notte? Dobbiamo avere l'aria condizionata a 20 gradi? Certo, questo potrebbe ridurre un po' il nostro comfort, ma potrebbe anche abbassare di molto il nostro consumo", ha sottolineato il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans.

Ma per le aziende che sono grandi consumatori di gas, come quelle chimiche o metallurgiche, la situazione sarà difficile, perché potrebbe essere chiesto loro di ridurre la produzione.

Questo sarà fatto in modo coordinato e ci saranno fondi per compensare le industrie colpite.

"Per prima cosa dobbiamo identificare le aziende che possono essere fermate e da lì vedere quanta energia risparmieremo", ha specificato l'eurodeputato spagnolo socialista (S&D), Nicolás González Casares. "Può succedere che alcune aziende, in questo momento con i prezzi alti, non trovino conveniente produrre e si dicano: 'Bene, ora che abbiamo questo aiuto ci fermiamo'. Da lì si libererà un qualche residuo di energia che potrà essere utilizzato da altre industrie che ne hanno davvero bisogno", ha aggiunto. "Ma credo che ognuno debba fare la sua parte. Non possiamo mostrare solidarietà tra gli Stati e poi vedere alcune industrie all'interno degli Stati combattere tra loro per quell'energia", ha evidenziato. 

La solidarietà è un elemento chiave del piano, poiché alcuni Stati membri sono più vulnerabili di altri. 

In ogni caso, la situazione per l'economia sarebbe preoccupante: la Commissione europea stima che il Pil diminuirebbe dell'1,5% se la Russia chiudesse il rubinetto del gas.

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