L'Unione europea dimezza l'uso dei pesticidi chimici

La proposta della Commissione prevede un taglio del 50% nell'uso dei pesticidi chimici
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Una propsota della Commissione chiede un obiettivo vincolante entro il 2030: Consiglio e Parlamento europeo dovrebbero approvarla. Ma ci sono già voci contrarie

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La Commissione europea vuole dimezzare l'uso dei pesticidi chimici entro il 2030, nell'ambito del suo piano sulla sostenibilità ambientale e la biodiversità. Secondo la proposta presentata, l'obiettivo fissato, una riduzione del 50%, dovrà essere legalmente vincolante.

Un piano ambizioso

"Entro il 2030 la metà dei pesticidi chimici dovrebbe essere sostituita da metodi alternativi, con pratiche come la rotazione delle colture e tecnologie come l'agricoltura di precisione. Proponiamo inoltre di vietare l'uso di pesticidi in determinate aree, come quelle vicine a scuole, ospedali, parchi e campi da gioco, ha detto in sede di presentazione Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea e incaricato delle riforme del Green Deal.

Gli Stati membri dovranno presentare relazioni periodiche sui loro progressi e nei prossimi cinque avranno a disposizione fondi europei per coprire i costi necessari.

Il piano include inoltre anche un obiettivo obbligatorio di ripristino della biodiversità naturale: i Paesi sono chiamati a recuperare il 20% dei propri ecosistemi danneggiati entro il 2030. Per il Commissario europeo all'Ambiente Virginijus Sinkevičius, ne trarremo vantaggio tutti, come spiega in un'intervista concessa a Euronews

"Dovremmo smettere di credere alla narrazione secondo cui agire a favore della natura comporta soltanto costi e nessun beneficio. La nostra valutazione d'impatto dimostra che ogni euro investito ne genera otto come ricompensa", dice il commissario.

Uno degli obiettivi principali è quello di invertire il declino delle popolazioni di insetti impollinatori, come le api, che secondo gli esperti aumentano la resa agricola e mantengono in salute gli ecosistemi.

Il partito dei contrari

Il piano della Commissione dovrà essere approvato da Consiglio e Parlamento europeo, che si preparano ai negoziati sul tema: la loro accettazione non è scontata.

Alcuni governi ed eurodeputati, infatti, già sembrano opporsi all'iniziativa, sostenendo che l'attuale crisi alimentare non permette di attuare restrizioni sulla produzione agricola.Tra questi c'è Herbert Dorfmann della Südtiroler Volkspartei, il partito di riferimento della comunità germanofona dell'Alto Adige.

"Il momento è del tutto inopportuno per presentare questa proposta, perché ci troviamo in un periodo in cui in Europa c'è bisogno di cibo. Stiamo parlando di nuovo di sicurezza alimentare nell'Unione e proporre questi regolamenti ora è semplicemente inadeguato". Anche i pesticidi chimici hanno i loro difensori.

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