Unione Europea: accordo sui migranti

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Unione Europea: la maggioranza degli Stati membri si impegna ad accogliere e distribuire i richiedenti asilo

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L'Unione Europea ha compiuto un passo da gigante per sbloccare il Patto Migrazione e Asilo. Dopo 21 mesi di trattative, i ministri dell'Interno hanno raggiunto un "accordo politico" su alcuni temi complessi.

Le controverse quote obbligatorie di ricollocazione saranno eliminate, ma la solidarietà sarà obbligatoria per i paesi che necessitano di sostegno.

I governi potranno scegliere di:

Ospitare una quota di migranti sul proprio territorio

Sponsorizzare la restituzione delle domande respinte.

Fornire contributi finanziari al Paese sotto pressione.

Con una guerra sul suolo europeo, esiste la consapevolezza che l'Europa abbia una serie di politiche che funzionino.

Così Gérald Darmanin, ministro dell'Interno francese:  "Penso che quello che è successo con la Bielorussia e quello che è successo con l'Ucraina, in un contesto estremamente diverso da quello che sta accadendo nel Mediterraneo, abbia creato una sensibilità diversa. Tutti ora sono preoccupati da questi problemi di migrazione".

La svolta di venerdì dà anche slancio al rafforzamento del controllo delle frontiere esterne dell'area Schengen senza passaporti. Frontex, l'agenzia di frontiera dell'UE, aumenterà a 10.000 dipendenti entro il 2027.

Alcuni ministri sperano che il patto ponga fine ai doppi standard dell'UE.

Jean Asselborn, Ministro degli Affari Esteri ed Europei del Lussemburgo:  "Dobbiamo sapere che, se possiamo accogliere milioni di ucraini, possiamo anche prenderci cura di migliaia di persone che non vengono dall'Ucraina, ma dal sud, ma soffrono delle stesse condizioni e hanno un'altra lingua e religione. Se non lo gestiamo, credo, non avremo mai credibilità".

Le ONG hanno accolto favorevolmente la notizia e affermano che si tratta di un enorme cambiamento rispetto agli ultimi 7 anni.

L'ultimo mix di proposte legislative e raccomandazioni vorrebbe fare in modo che l'Europa non riviva il caos del 2015 quando Grecia, Spagna e Italia sono state lasciate sole ad accogliere migliaia di richiedenti asilo, per lo più in fuga dalla guerra in Siria.

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