Ungheria, ennesima audizione a Bruxelles su democrazia e Stato di diritto

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La Commissione europea ritiene che le "prestazioni" dell'Ungheria siano addirittura peggiorate l'anno scorso, sia in materia di diritti LGBT che relativamente alle intercettazioni telefoniche di giornalisti e uomini d'affari dell'opposizione

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Il governo ungherese guidato da Viktor Orbán ha affrontato un'altra audizione a Bruxelles sulla questione della democrazia e dello Stato di diritto.

La cosiddetta procedura dell'articolo 7 è stata avviata quattro anni fa per costringere l'Ungheria a tornare ai valori fondamentali dell'Unione europea, sinora con risultati assai limitati.

La Commissione europea ritiene che le prestazioni dell'Ungheria siano addirittura peggiorate l'anno scorso, sia in materia di diritti LGBT che relativamente alle intercettazioni telefoniche di giornalisti e uomini d'affari dell'opposizione.

Tuttavia, il governo è fermo e intende teoricamente compiere ogni passo per compiacere l'Unione.

"I cittadini - dice Judit Varga, ministra ungherese della Giustizia - seguono anche gli eventi europei e la loro risposta alla procedura dell'articolo 7 è che sostengono la politica del governo sull'Europa e su tutte le altre questioni relative allo Stato di diritto.

Sanno che il governo conservatore ungherese sta facendo del bene al popolo, un mandato di oltre tre milioni di elettori sovrascrive tutto e dà a tutto le giuste risposte".

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I Paesi scandinavi e l'Olanda sono i più critici nei confronti dell'Ungheria quando si tratta di democrazia e valori: anche il governo danese ne ha criticato le elezioni, ma il famigerato articolo 7 non dovrebbe portare a sanzioni o accordi in tempi brevi.

"Negli ultimi  anni - dice Dániel Hegedűs, analista - queste udienze non hanno portato praticamente a nulla: non direi che sono inutili, perché si è sempre usato lo strumento per esercitare una certa pressione sui governi dell'Unione europea, siano essi ungheresi o polacchi".

Nel frattempo, l'Unione europea ha approvato il cosiddetto meccanismo di condizionalità del bilancio, il che significa che l'Ungheria potrebbe perdere i fondi europei se non combattesse la corruzione.

L'Unione intende anche constatare la buona volontà di Budapest, dato che per l'ultima tornata di sanzioni contro la Russia è necessaria l'unanimità e sinora l'Ungheria sta bloccando la questione dell'embargo petrolifero nei confronti di Mosca.

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