Bruxelles mette al bando il carbone russo e chiude i porti alle navi della Federazione

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La presidente della Commissione europea Diritti d'autore European Union, 2022
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Bruxelles mette al bando il carbone russo e chiude i porti alle navi della Federazione. La proposta di un nuovo pacchetto di sanzioni della Commissione europea

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Stop all'import di carbone e alla partecipazione delle compagnie russe ad acquisizioni pubbliche nei Paesi membri Ue. Sono solo due punti del quinto pacchetto di sanzioni Ue annunciato ieri da Ursula von der Leyen. Tra le misure anche lo stop a qualsiasi sostegno finanziario, comunitario o nazionale, a enti pubblici russi.

"I quattro pacchetti di sanzioni hanno colpito duramente e limitato le opzioni politiche ed economiche del Cremlino. Stiamo vedendo risultati tangibili. Ma chiaramente, alla luce degli eventi dobbiamo aumentare ulteriormente la nostra pressione. Oggi proponiamo di fare un altro passo avanti", spiega von der Leyen annunciando i sei pilastri del nuovo pacchetto di sanzioni che sarà discusso nel Comitato dei rappresentanti permanenti (Coperer) del Consiglio dell'Unione europea, previsto per domani. 

Le nuove sanzioni colpiscono l'export dall'Ue alla Russia per un valore complessivo di "10 miliardi", Ursula von der Leyen sottolinea che i divieti colpiranno prodotti innanzitutto tecnologici, diretti in "aree in cui la Russia è vulnerabile". "Continueremo a degradare la capacità tecnologica e industriale della Russia", ha aggiunto. 

Ursula von der Leyen

La prima misura tra quelle presentate ieri da von der Leyen consiste nell'embargo delle importazioni di carbone dalla Russia, che dovrebbe colpire l'economia del Cremlino per 4 miliardi all'anno. Misura che, nelle parole della presidente della Commissione "assesterà un durissimo colpo".

Il quinto pacchetto di sanzioni comprende anche un taglio totale dal mercato europeo di quattro banche, già  escluse dal sistema internazionale di transazioni Swift, che, inclusa la seconda più grande, VTB, insieme rappresentano il 23 per cento delle quote russe. Von der Leyen ha anche annunciato il divieto d'accesso alle navi russe ai porti europei e un embargo sugli operatori stradali russi e bielorussi, misura che "colpirà drasticamente l'economia dei due paesi". 

É previsto anche un taglio dell'import per 5,5 miliardi di euro, per prodotti che vanno dai prodotti di pesca ai liquori, e il divieto per le società russe di partecipare ai bandi pubblici europei, così come per le società europee di finanziare enti pubblici russi. La Commissione ha proposto anche di vietare l'export di prodotti hi-tech, per indebolire le capacità tecnologiche di Mosca.

Secondo poi un'indiscrezione del Wall street Journal, le sanzioni dirette alle singole persone, potrebbero colpire, oltre agli oligarchi, anche le due figlie di Vladimir Putin, Maria Vorontsova and Katerina Tikhonova.

Tra oggi e domani dovrebbe essere approvato il pacchetto al Coperer, con possibili emendamenti dalle capitali europee. Nonostante i duri effetti sull'economia russa auspicati dalla Commissione, alcuni Stati sono rimasti delusi. Estonia, Lettonia e Lituania, il primo Paese europeo a bloccare l'approvvigionamento di gas dalla Russia, ritengono insufficienti l'embargo diretto solo al carbone, accettato anche da Paesi inzialmente renitenti, come la Germania, a una riduzione dell'approvvigionamento dell'energia. 

"Taglio al carbone, quattro banche già escluse dallo Swift e un embargo ai mezzi portuali e terrestri. Non è una risposta adeguata alle atrocità cui stiamo assistendo", ha detto il primo ministro lituano Gabrielius Landsbergis. "Una risposta debole è solo un invito a commettere altre efferatezze. Potremmo e dovremmo attuare una risposta più forte".

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