Che Natale sarà? Fra Obbligo vaccinale e rischio chiusure

Che Natale sarà? Fra Obbligo vaccinale e rischio chiusure
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Di Stefan Grobe
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Austria o Slvacchia prevedono dei lockdown duri. Che cosa attendersi dalle feste di fine anno?

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Chiunque nutrisse ancora dubbi su di una quarta ondata di coronavirus in Europa, questa settimana ha dovuto ricredersi. In tutto il continente, le infezioni hanno ancora una volta battuto i record, su base giornaliera.

I governi hanno imposto nuove misure restrittive che ci ricordano la prima ondata di covid dell'anno scorso - e tutte sono molto controverse. Dopo l'Austria, la Slovacchia ha approvato un lockdown nazionale, inizialmente per due settimane, che prende di mira tutti, sia non vaccinati che vaccinati.

L'Italia ha deciso di rafforzare le misure verso i non vaccinati che ora sono esclusi da determinate attività ricreative al fine di evitare blocchi finanziariamente dannosi.

Così Mario Draghi, Primo Ministro italiano:  "Quello che dicono queste misure è che vogliamo prevenire per preservare, vogliamo essere estremamente cauti ed evitare i rischi ovviamente, ma vogliamo anche mantenere ciò che abbiamo realizzato, ciò che gli italiani hanno raggiunto l'anno scorso."

La Francia ha lanciato un controverso sistema di passaporti vaccinali e la Danimarca sta riflettendo sulla reintroduzione delle mascherine obbligatorie in pubblico.

Particolarmente drammatica è la situazione in Germania dove pochi giorni fa è stata superata la soglia dei 100.000 morti da covid.

Il ministro della Sanità uscente ha lanciato un terribile avvertimento, affermando che entro la fine dell'inverno "praticamente tutti in Germania saranno vaccinati, guariti o morti".

Il cancelliere entrante ha già sollevato la possibilità di vaccinazioni obbligatorie. Così Olaf Scholz: "La vaccinazione è la via d'uscita da questa pandemia. Nelle strutture in cui vengono curati gruppi particolarmente vulnerabili, dovremmo rendere obbligatoria la vaccinazione. Resta da esplorare un'espansione di questa disposizione".

Abbiamo parlato con Peter Liese, democristiano tedesco, membro del Parlamento europeo e uno dei massimi esperti di salute, un medico nella vita reale.

Euronews: Entriamo subito nella lotta contro la quarta ondata. L'Austria ha imposto un obbligo di vaccinazione, cosa di cui si discute anche in Germania. Crede sia necessario un obbligo del genere?

Peter Liese: Spero che non sarà necessario in tutta Europa. Abbiamo paesi con tassi di vaccinazione molto alti come Italia, Spagna, Portogallo e spero che lì non sia necessario. Ma per il mio paese, la Germania, sono in dubbio perché stiamo soffrendo di nuovo un'onda molto pesante. Le persone sono colpite, la loro attività è colpita e il sistema sanitario sta per andare in sovraccarico. Quindi questi sono mali minori e dubito che quello che vediamo ora sia un male minore rispetto a un obbligo di vaccinazione.

Euronews: E per quanto riguarda i lockdown? Sono eccessivi, sono ragionevoli o no?

Peter Liese: Penso che dovremmo fare di tutto per evitarli. Ma questo includerebbe regole molto più severe per i non vaccinati. Se hai molti non vaccinati in un pub, in un ristorante o in un bar, c'è il rischio che siano infetti - e sono la gran parte di quelli che sono in terapia intensiva. È questo il problema. Essere infettati non è un grosso problema. Se sei vaccinato, puoi diffondere il virus, ed è per questo che dobbiamo stare tutti attenti. Non corri però il rischio di andare in terapia intensiva, ed è per questo che regole rigide per i non vaccinati sono meglio di un blocco totale. Ma vediamo in Austria e in Sassonia in Germania o in Lettonia che se reagisci troppo tardi, i blocchi sono inevitabili.

Euronews: Circa questo punto in fondo non si può guidare un'auto senza patente. Non si può salire su un aereo senza passaporto. Si arriverà dunque ad aver bisogno di un certificato di vaccinazione se non si vuole dover restare a casa.

Peter Liese: Sì, penso che questa sia l'opzione migliore rispetto al caos in cui ci troviamo. C'è una discussione sulla chiusura completa dei luoghi. Ad esempio, bar, forse, e così via. Ed è anche la scelta migliore rispetto al sovraccarico del sistema sanitario. E ancora, centinaia di persone muoiono ogni giorno.

Euronews: Ultima domanda, Natale 2021: sarà diverso da Natale 2020?

Peter Liese: Lo spero. Abbiamo la vaccinazione e ora stiamo facendo una campagna di richiamo molto importante. È ovvio che la vaccinazione non si completa con il secondo vaccino, soprattutto per i gruppi a rischio, ma nel tempo anche gli altri avranno bisogno di ottenere la loro prima dose. Spero che potremo evitare misure così drastiche come l'anno scorso. Le prossime settimane sono decisive. Per questo muoversi troppo tardi significa trovarsi nello stesso pasticcio dell'anno scorso.

In Austria, l'inasprimento delle restrizioni ha avuto un effetto immediato.

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Dall'annuncio delle misure sulle vaccinazione a livello nazionale, il più grande centro vaccinale del paese a Vienna ha visto un'ondata di persone che vogliono fare il vaccino.

Il numero giornaliero di vaccinazioni è passato da 1.000 al giorno, due settimane fa, a circa 12.000 al giorno questa settimana.

La maggior parte delle persone era presente per seconde e terze dosi, ma anche il numero delle prime vaccinazioni è aumentato fino al 15%.

Gli analisti affermano che il governo austriaco non ha comunicato in modo efficace sull'importanza dei vaccini e molti austriaci non hanno preso sul serio la campagna di vaccinazione.

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