L'Europa vuole diventare verde, ma quali sono i rischi?

L'Europa vuole diventare verde, ma quali sono i rischi?
Diritti d'autore Martin Meissner/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
Di Sandor Zsiros
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Gli attivisti temono che a mettere le mani sulle risorse pubbliche per l'ambiente saranno sempre i soliti noti, ovvero i giganti dell'industria

PUBBLICITÀ

L'Europa vuole trasformare la sua economia in qualcosa di rispettoso del clima con l'aiuto dei Fondi europei per la ripresa e la resilienza. Ma gli ecologisti di tutto il continente avvertono: alcuni progetti in moltissimi Stati membri rimangono inquinanti nonostante l'etichetta verde.

La Spagna intende diventare verde con l'aiuto dei 69,5 miliardi di euro di fondi. Prevede di investire pesantemente nel settore dell'idrogeno verde e anche di aiutare la creazione di impianti di batterie per auto elettriche.

Cosi' Miguel Ángel Soto, di Greenpeace Spagna: "Il piano della Spagna prevede progressi significativi in termini di rifiuti, città, tassazione verde, diffusione delle rinnovabili e ripristino degli ecosistemi. Ci sono prove che c'è l'intenzione di andare avanti sul Green Deal e su tutte le politiche trasversali per la transizione energetica".

Gli esperti temono che i beneficiari saranno le grandi industrie.

Continua Miguel Ángel Soto di Greenpeace Spagna:  "Nell'ultimo anno abbiamo visto come si siano posizionate le grandi aziende dei settori automobilistico, energetico, elettrico e turistico. Hanno messo in campo la loro capacità di influenzare la politica e hanno anche sviluppato progetti per tutti i territori (regioni). E temiamo davvero che il settore degli IBEX 35 (grandi aziende di riferimento della borsa spagnola) possa finalmente incamerare tutti gli aiuti”.

Il più grande fondo di crisi europeo chiamato Recovery and Resilience Fund è composto da 672,5 miliardi di euro. L'obiettivo principale è quello di aiutare a rilanciare le economie. Ma c'è una linea rossa per tutti gli investimenti: non possono danneggiare gli obiettivi di neutralità climatica dell'UE per il 2050. Il 37% di tutto il denaro stanziato deve essere destinato alla transizione verde.

La maggior parte degli Stati membri ha già presentato i propri piani nazionali che ora vengono valutati dalla Commissione europea. In alcuni casi i gruppi ambientalisti mettono in guardia contro il green washing: etichettando i progetti inquinanti come eco-compatibili. Ma l'UE ha linee guida chiare sui diversi progetti.

Cosi' l'eurodeputato rumeno Siegfried Muresan: "Si potra' finanziare un'autostrada, un'autostrada è ammissibile, ma solo se contiene elementi che portano al raggiungimento dell'obiettivo climatico. Ad esempio per pianificare diverse misure di accompagnamento, per pianificare foreste intorno all'autostrada. O per esempio per costruire un certo numero di stazioni di ricarica per veicoli elettrici per favorire l'elettromobilità meno inquinante”.

La Commissione Europea ha elencato oltre 180 tipi di investimenti nel suo Climate Tracking Tool per aiutare gli Stati membri a calcolare i benefici climatici dei loro investimenti. Ora tutte e 3 le istituzioni dell'UE dovranno dare il via libera a ciascun piano di ripresa, prima che possa iniziare la spesa.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Finanza verde, nuovo regolamento Ue per certificare i Green bond

L'Unical, campus green, orgoglio calabrese

I Paesi dell'Ue siglano un accordo duro sul grano ucraino: possibili tariffe doganali