Che cos'è il Pùca, e perché la sua statua ha spaccato l'Irlanda a metà

lo scultore Aidan Harte con la sua opera
lo scultore Aidan Harte con la sua opera Diritti d'autore Aidan Harte
Diritti d'autore Aidan Harte
Di Karen McHugh (traduzione ed editing: Antonio Storto)
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Si tratta di un essere del folklore e della mitologia delle culture celtiche: metà cavallo, metà uomo, rapiva gli ubriachi nelle zone isolate di campagna. E adesso, una sua statua sta terrorizzando e divertendo l'Irlanda

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Conservatori contro liberal, elite urbane contro popolazione rurale: una delle dicotomie più amate e cavalcate dalla politica contemporanea si è materializzata a Ennistymon, cittadina sulla costa occidentale dell'Irlanda, per proiettarsi poi sull'intero Paese.

A provocare la frattura è stata una statua raffigurante un essere dal corpo umano e dalla testa equina: ovverosia un Pùca, parola che in irlandese sta a significare "spirito" o "fantasma" e che si riferisce a una creatura mitica e diffusa - con vari nomi, tutti più o meno simili - nel folclore delle culture celtiche di tutta l'Europa nordoccidentale.

Si diceva che proprio tra le comunità rurali o marine queste entità facessero spesso la loro comparsa, e che potessero volerle aiutare come ostacolare.

Statua inquietante

In molti, a Ennistymon, devono essersi convinti che stavolta il Pùca non sia venuto a portare nulla di buono, a giudicare dal livore con cui si sono opposti all'installazione dell'opera.

I più moderati sostengono che la scultura - che avrebbe dovuto essere eretta sulla strada di Lower Church Hill - sia spaventosa e rappresenti male il patrimonio culturale della città.

Perfino il parroco locale, durante un'omelia domenicale, l'ha condannata: ed è proprio a quel punto che un banale episodio di malcontento si è trasformato in un caso nazionale.

Le parole del sacerdote hanno infatti innescato una pioggia di post sui social network , dove molti hanno voluto mostrare il proprio sostegno all'opera: alla maratona di solidarietà hanno preso parte anche irlandesi molto celebri, come il comico divenuto star di Hollywood Chris O'Dowd o alcuni parlamentari europei.

immagine: Natalie Kealy
la pittoresta cittadina di Ennistymonimmagine: Natalie Kealy

Così, il consiglio della contea ha deciso di mettere il progetto in standby, a dispetto delle obiezioni dell'autore, lo scultore Aidan Harte, che dopo la diatriba è più convinto che mai della rilevanza culturale dell'opera.

Per bandirla, i più strenui oppositori hanno addirittura lanciato una petizione, allontanando ancor di più l'eventualità di una risoluzione pacifica della vicenda.

"Grottesca"

"Non è che odino il lavoro di Harte - spiega la residente locale Jennie Corry - è solo che non è adatto a questo posto. E' un'immagine grottesca, non è qualcosa che puoi piazzare da un giorno all'altro in mezzo a una zona residenziale".

Corry è convinta che si potrebbe trovare una sistemazione migliore per il Púca "dove possa essere apprezzato nella giusta cornice - dice - senza finire per puntare dritto sulla camera da letto di qualcuno".

In realtà, al centro delle obiezioni, non sembra esserci esattamente il "lato oscuro" della statua. "Sinistra" e "demoniaca" a parte, l'obiezione più gettonata riguarda la presunta "inautenticità" della figura.

"Abbiamo avuto fiere di cavalli, ma non siamo particolarmente famosi per questo", continua Corry. "È una forzatura. Non c'è nessuna storia. Non è folklore, non è una leggenda, non c'è nessuna Púca di Ennistymon. È come se avessero inventato una storia fuori dal comune che nulla c'entra con questa zona. Non vogliamo essere rappresentati da una storia inventata".

I residenti si dicono profondamente scocciati da questa falsa rappresentazione della loro città

"Il Púca sta creando una pessima immagine della gente di Ennistymon", aggiunge Corry. "Personalità celebri parlano di questa storia come se fossimo a Hicksville quaggiù: del tipo 'combattiamo questa città, diamoci da fare'.

"Ci hanno dipinti come un mucchio di fanatici religiosi guidati da un prete, ma non è affatto quel che è successo. Non vorrei che qualche artista pensi che siamo guidati dal prete e che la statua non ci piace perché è demoniaca".

"Abbracciare la follia"

Ma non tutti a Ennistymon sono contro la statua. Ger O'Donohoe possiede il caffè 'This is It' nel centro della città ed è un fan dell'opera.

"L'adoro - dice - è così bella e conturbante. Certo, è anche un po' inquietante e oscura: ma non lo siamo tutti, in fondo?".

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La location prevista per il Pùca è proprio fuori dal caffè di O'Donohoe, ma la prospettiva non lo preoccupa affatto.

"Ne sono felice. Mi piace pensare che ci siamo allontanati dalla superstizione e dalle storie che guidano le nostre decisioni in Irlanda".

"Ma la città è assolutamente divisa", dice. "Personalmente, sono un po' deluso da queste reazioni. C'è una comunità di artisti molto grande quaggiù, quindi pensavo che la gente ne sarebbe stata entusiasta. Mi congratulo con chiunque abbia deciso di fare qualcosa di un po' folle. Ma capisco anche le obiezioni. L'arte è soggettiva. Io, per esempio, non sopporto lo Spire di Dublino e ho firmato una petizione contro, penso sia ridicolo".

"Con tutto quello che abbiamo imparato e che abbiamo passato, penso che possiamo semplicemente abbracciare la follia di avere una grande vecchia statua pazza in città, sapete?

foto: Aidan Harte
Lo scultore Aidan Harte nel suo studio con il Pùcafoto: Aidan Harte

"Mi sta facendo impazzire"

A ideare e realizzare il Pùca è stato lo scultore originario di Kilkenny Aidan Harte, che ha studiato scultura classica all'Accademia di Belle Arti di Firenze.

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Harte dice che con la sua scultura, metà umana e metà equina, voleva richiamare alla mente la fiera dei cavalli di Ennistymon.

"La reazione mi ha fatto impazzire. Pensi di conoscere il tuo paese, ma che tutto questo accada di questi tempi è sorprendente. Tutti sono sorpresi. Quando si inaugura una nuova opere il meglio che si ottiene di solito è una piccola folla al taglio del nastro; ma qui è come se avessi toccato un nervo scoperto", ha detto.

Ma cos'è esattamente un Pùca?

"È una sorta di spirito. Uno spirito birichino, che a seconda del suo umore può portare fortuna o sfortuna. Ed è un mutaforma, quindi spesso appare sotto forma di cavallo o di cane, o di maiale o di gatto. Alcune descrizioni lo dipingono come una creatura malvagia, ma ce ne sono altrettante che lo descrivono semplicemente come un vecchio furfante".

Harte lo descrive come una specie di cugino povero dei folletti e dei banshee, "ma stavolta è tornato col botto!"

Più d'una volta púca è passato per le pagine della letteratura anglosassone: fu, ad esempio, d'ispirazione per Puck di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, ad esso si ispirò anche Flann O'Brien e il suo nome è rinvenibile nell'etimologia di molti nomi di località irlandesi, come Poulaphouca Reservoir.

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Harte è stato a lungo interessato al folklore irlandese e specialmente al púca. Dato che il costo del bronzo è proibitivo su larga scala, lo scultore ha preso al volo l'occasione di realizzare un modello di due metri del suo idolo e crearne una sua versione.

"L'idea era creare qualcosa con cui avresti voluto farti una foto, come la sirena di Copenhagen o il toro di Wall Street. Penso che sia stata un'idea intelligente e piuttosto audace da parte del consiglio della contea. Un pezzo d'arte moderna bello ma generico andrebbe bene, ma non catturerebbe necessariamente l'immaginazione della gente", ha detto.

"La púca forse l'ha catturata un po' troppo efficacemente".

Harte dice che non aveva intenzione di risultare controverso. "Forse sono solo ingenuo. Sapevo che era un soggetto strano, sono stato con lui in studio per tre mesi e ho avuto modo di conoscerlo. Sapevo che avrebbe fatto strabuzzare un po' gli occhi alla gente. Sarebbe stato coerente con il mio lavoro che è piuttosto intenso e grottesco e strano".

"Ma la cosa divertente è che la gente parla del púca come fosse reale. Voglio dire, in un certo senso è una personalità reale, ed è una scultura quindi capisco che rappresenti qualcosa della natura umana. Ma la gente ne parla come se fosse un essere vivente come me e te".

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Harte dice di capire coloro che si oppongono.

"Se hanno idea che qualcosa gli sia stato imposto, hanno tutto il diritto di parlarne. Spero che si possa trovare una soluzione".

L'artista è anche d'accordo sul fatto che non c'era nessun racconto popolare sul púca riguardante nello specifico Ennistymon, ma non vede perché questo dovrebbe precludere l'installazione.

"Fa parte della cultura irlandese. Ci sono racconti di púca in tutta l'Irlanda".

Una ricca tradizione di folklore

Potrebbe essere difficile credere che un'entità soprannaturale possa permeare il discorso pubblico a tal punto nel 2021. Ma non è la prima volta che le creature mitologiche hanno influenzato le decisioni in Irlanda.

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Nel 1999 un'autostrada è stata deviata per far posto a un "cespuglio fatato" e i contadini sono spesso restii a spostare le sistemazioni di pietre note come fortini di fate e gnomi, per evitare di scatenarne l'ira.

Jonny Dillon è un archivista che lavora alla National Folklore Collection all'University College di Dublino. Il suo amore per il folklore p oggetto del suo podcast, Bluiríní Béaloidis (Frammenti di folklore). È lui a spiegarci come la mitologia si adatti facilmente alla società moderna in Irlanda.

"Da un lato puoi chiedere a qualcuno se crede nelle fate e potrebbe riderti in faccia, ma se poi gli chiedi se abbatterebbe un albero di biancospino sul suo terreno, o se arerebbe un fortino delle fate, potrebbe comunque impallidire", ha detto a Euronews.

"C'è spesso un grado di credenza passiva in queste cose che non è visibile in superficie".

"Si può dire che da un lato siamo tutti razionali e ragionevoli al giorno d'oggi, ma molte di queste credenze e usanze persistono ancora".

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Dillon racconta di centinaia di resoconti riguardanti la púca conservati alla National Folklore Collection: queste le púca erano conosciute in tutto il paese e che avrebbero rapito i viandanti che erano fuori a tarda notte.

"Ti prendevano sulla schiena e galoppavano oltre le siepi e i fossi, correndo via a rotta di collo e terrorizzando il malcapitato che avevano rapito", ha detto.

Dillon dice che le storie avevano una funzione moralizzatrice: volevano dissuadere dai vizi notturni come l'alcol e il gioco d'azzardo.

"Ma con la púca, c'è spesso un elemento di umorismo e intrattenimento che si vede anche nell'opera".

Le storie intorno al púca servivano anche a spaventare i bambini.

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"I genitori ne agitavano la figura come si fa con l'uomo nero. Questo veniva ereditato e tramandato negli anni".

Il púca non si sarebbe mosso nelle città, dice Dillon, ma piuttosto in zone remote della campagna. "Non sarebbero andati a correre lungo le strade principali, per così dire. Quindi il púca non ti avrebbe tanto 'preso' fuori da un pub quanto piuttosto giù nei campi e nelle foreste!"

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