Lanciata con un anno di ritardo a causa della pandemia, la Conferenza sul futuro dell'Europa consente a chiunque di esprimere le proprie opinioni. Le istituzioni applaudono, ma tremano.
Un nuovo strumento di politica dal basso. La piattaforma digitale della Conferenza sul futuro dell'Europa è ormai accessibile ai cittadini. Uno spazio disponibile nelle 24 lingue ufficiali dell'Unione allo scopo di permettere a chiunque di esprimere le proprie opinioni. L'eurodeputato Guy Verhofstadt, in occasione del lancio, ha precisato: "Qualunque opinione sull'Unione, che sia scettica - e spero non ce ne saranno molte ma è solo una mia speranza personale - oppure no può essere espressa. Questa sarà la grande novità di questa piattaforma: queste diverse idee saranno discusse sulla piattaforma e chiunque potrà partecipare a queste discussioni. Non sarà un solo dibattito, ce ne saranno diversi, forse centinaia o più allo stesso tempo".
Le tre istituzioni europee, Parlamento, Commissione e Consiglio, hanno applaudito il lancio della piattaforma. Ma alcuni analisti mettono in luce i timori che si celano dietro l'iniziativa. Olivier Costa, professore e direttore del dipartimento di studi politici al Collegio d'Europa, spiega: "Da parte delle istituzioni ho l'impressione che ci sia la paura che da questa conferenza esca una proposta di una massiccia riforma dei trattati. Se così fosse, alcune istituzioni potrebbero acquistare o perdere potere, quindi mi sembra che le istituzioni cerchino di fare in modo che non ci siano troppi sconvolgimenti e che ci si affidi piuttosto alla tradizionale logica del negoziato".
Lanciata con un anno di ritardo a causa del Covid-19, la Conferenza ha un calendario serrato. Le conclusioni sono attese per la primavera dell'anno prossimo. Il tempo stringe quindi per chi volesse contribuire a segnare la nuova traiettoria del progetto europeo.