Dal "sofagate" alla manovre militari ucraino-russe, settimana difficile per la diplomazia

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Abbiamo intervistato un analista per comprendere cosa vuole Putin quando muove le truppe al confine con l'Ucraina

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La domanda che gli europei si pongono dagli albori dell'Unione Europea, è tornata per tormentarli ancora una volta: chi è il loro capo di stato preferito?

Ricordate il #sofagate? Si è trattato di una gaffe del protocollo turco nel palazzo presidenziale di Ankara dove Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea in visita è stata lasciata in piedi senza una sedia.

Ce n'era solo una per il compagno di viaggio Charles Michel, presidente del Consiglio europeo.

Quell'incidente ha portato alla luce le rivalità esistenti da tempo tra i funzionari della Commissione e del Consiglio. Convocati al Parlamento europeo per spiegare cosa è successo esattamente ad Ankara, von der Leyen e Michel sono arrivati da soli e se ne sono andati da soli.

Proprio come se si fossero recati a incontrare un giudice per il divorzio. Nessuno di loro ha parlato con i media dopo l'udienza. A loro nome è intervenuto Maros Sefcovic, Commissario europeo incaricato delle relazioni istituzionali: "Sono sicuro che entrambi i leader vogliano concentrarsi sul futuro, sul lavoro da fare".

E mentre ci si concentra sul futuro e sul lavoro da fare Ursula von der Leyen ha finalmente avuto una buona notizia da annunciare sul fronte della vaccinazione.

Potrebbe compensare parte della recente frustrazione e mantenere in vigore l'obiettivo generale dell'UE, ovvero far vaccinare il 70% di tutti gli adulti in Europa entro la fine dell'estate.

Così Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea: "Sono lieta di annunciare che abbiamo raggiunto un accordo con BioNtech - Pfizer per accelerare la consegna dei vaccini. 50 milioni di dosi aggiuntive di vaccini BioNtech-Pfizer saranno consegnati nel secondo trimestre, a partire da aprile".

Questa settimana è servita a ricordare che la pandemia non ha cancellato tutti gli altri problemi che l'Europa doveva risolvere prima che il virus arrivasse a dettare l'agenda.

Un massiccio rafforzamento militare al confine ucraino da parte della Russia ha fatto scattare l'allarme nelle capitali occidentali.

La domanda è: potrebbe essere una replica del conflitto di sette anni fa?

Ciò avrebbe delle ripercussioni violente non solo in tutta Europa, ma anche attraverso l'Atlantico.

Stefan Grobe ha parlato con Ian Brezinski, analista preso l'Atlantic Council ed ex vice assistente del ministro della difesa all'epoca del presidente George W. Bush.

Stefan Grobe: Questo tintinnio di sciabole russe è una prova della risposta e della determinazione dell'amministrazione Biden e dei suoi partner transatlantici?

Ian Brzezinski, Senior Fellow presso l'Atlantic Council: "È certamente un test, ma è più significativo di così perché i russi hanno dispiegato forze ingenti. Si tratta del più imponente dispiegamento di mezzi militari al confine con l'Ucraina dall'invasione del 2014. E infatti, il generale Walters, comandante delle forze alleate in Europa, ha detto che la disposizione di quei contingenti è molto simile a quella che i russi avevano assunto immediatamente prima dell'invasione della Crimea. Quindi non si tratta solo di un test. Stiamo parlando di una capacità di entrare in azione che la Russia potrebbe esercitare con un preavviso molto breve. Dovrebbe essere di grande preoccupazione non solo per l'Ucraina, ma per la comunità transatlantica.

Giochi di Guerra in Ucraina

Stefan Grobe: "Putin è pronto per una guerra che potrebbe essere più lunga e sanguinosa rispetto all'annessione della Crimea sette anni fa?"

Ian Brzezinski, Senior Fellow presso l'Atlantic Council: "La mia paura è che la risposta occidentale alle provocazioni della Russia, alle sue aggressioni che si sono costantemente intensificate dal 2014. La mia paura è ripeto che le risposte occidentali, che in gran parte stanno diventando sempre più forti , gli schieramenti sempre maggiori, non hanno davvero scoraggiato la Russia tanto quanto loro hanno incoraggiato Putin nel perseguire le sue ambizioni revansciste. Quindi sono preoccupato che Putin sia pronto per un nuovo conflitto in Ucraina".

Stefan Grobe: "Il ministro degli Esteri ucraino era a Bruxelles questa settimana e ha detto al segretario generale della NATO e al ministro degli esteri americano che questa volta il suo paese vuole qualcosa di più che parole calorose. Fino a che punto è disposto ad andare l'Occidente?"

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Ian Brzezinski, Senior Fellow presso l'Atlantic Council: "Dovremo vedere. Biden ha molta influenza e molta credibilità. E ciò che penso sia necessario fare è nel contesto immediato, per la minaccia immediata rappresentata dalla Russia contro l'Ucraina, dovremmo effettivamente spostare delle forze in Ucraina. Penso che dovremmo schierare una brigata multinazionale nell'Ucraina occidentale per lesercitazioni, proprio come i russi stanno facendo alla frontiera orientale del paese. Ciò complicherebbe la pianificazione militare russa. In secondo luogo ora è il momento di iniziare ad implementare robuste sanzioni che sarebbero messe in atto se la Russia dovesse aprire nuove ostilità contro l'Ucraina. E qui sto parlando non di quelle sanzioni in fondo leggere che hanno caratterizzato la risposta degli Stati Uniti e dell'Occidente all'aggressione russa in passato, ma di sanzioni economiche settoriali, effettive, che avrebbero un profondo impatto sull'economia russa e quindi sulla politica interna del paese".

Stefan Grobe: "Il presidente Biden ha suggerito di incontrare Putin in un paese terzo per attenuare le tensioni. Quante sono le possibilità che ciò accada?"

Ian Brzezinski, Senior Fellow presso l'Atlantic Council: "Difficile da dire. Putin desidera ardentemente n riconoscimento, quindi sarei sorpreso se rifiutasse. Ma gli incontri, i summit sono privi di significato a meno che non siano integrati da azioni sulla falsariga che ho appena descritto. Ci vogliono azioni chiare, dure, che possano avere ricadute reali se innescate. Questo dovrebbe essere il contesto su cui fondare un summit bilaterale".

Questo fine settimana si tengono i funerali del principe Filippo, l'occasione di un ultimo saluto all'uomo che molti consideravano il nonno della Gran Bretagna.

Il defunto marito della regina Elisabetta è stato pianto anche in questo antico villaggio scozzese.

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Vi chiederete cosa ci sia di strano. Siamo in in Francia ad Aubigny-sur-Nère, 180 chilometri a sud di Parigi, sono state issate bandiere scozzesi e suonate le cornamuse in omaggio al principe Filippo.

Nel 1423, il re francese Carlo VII concesse le terre di Aubigny a John Stuart di Darnley in segno di gratitudine per averlo aiutato a combattere gli inglesi.

Per secoli, la città ha vissuto con le tradizioni scozzesi, mantenendo un'eredità ancora molto viva.

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