La Brexit lascia scontenti i pescatori da entrambi i lati della Manica

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Diritti d'autore OLI SCARFF/AFP or licensors
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Di Isabel Marques da Silva
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L'aumento della burocrazia ha già comportato la decomposizione di grandi quantità di pesce pescato in acque britanniche e diretto in Europa

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La flotta peschereccia nel porto di Ostende, in Belgio, e i suoi 400 marinai attendono di sapere quale sarà la nuova quota di pesce che si potrà catturare nelle acque del Regno Unito dopo la Brexit.

L'accordo commerciale con il Regno Unito ha ridotto a meno del 25% la pesca per i prossimi 5 anni, ma dal 1 ° gennaio i mariani devono affrontare anche problemi logistici.

"Siamo abituati a caricare il nostro pesce nei porti britannici e trasportarlo fino in Belgio per venderlo nelle aste, ma a causa della burocrazia ora non è più possibile farlo", spiega Emiel Brouckaert, rappresentante dell'associazione dei pescatori belgi. "Stiamo usando tutte le alternative per le zone di pesca, sia britanniche che nell'UE, che di solito usiamo più avanti nel corso dell'anno, ma le stiamo già usando adesso perché non vogliamo correre il rischio di rimanere bloccati con il nostro pesce fresco nel Regno Unito .

Anche i britannici si lamentano del fatto che il pesce in vendita sui mercati europei è andato in decomposizione a causa delle consegne tardive. Si dicono delusi dell'accordo sulle quote di pesca.

Barrie Deas, amministratore delegato della British National Federation of Fisherman Organizations ci racconta che il peso della burocrazia ricade soprattutto sui piccoli venditori.

"C'è un'enorme quantità d lavoro di burocrazia da portare avanti, specialmente per i piccoli venditori. La vendita e l'esportazione di pesce nell'Unione europea è uno dei problemi più immediati. Abbiamo anche perso la possibilità di scambiare ogni anno le quote per alcune specie di pesci. Questo vuol dire che per alcune specie avremo meno quote nel 2021 rispetto a quelle che avevamo nel 2020".

Con la Brexit, ben 11 Stati membri europei saranno colpiti dalla perdita dei diritti di pesca nelle acque del Regno Unito. Il Belgio è il paese più penalizzato: quei diritti rappresentano il 43% del valore totale della pesca, ma anche Irlanda, Danimarca e Paesi Bassi saranno molto colpiti.

Per il primo trimestre sono in vigore licenze di pesca provvisorie nelle acque del Regno Unito. Lunedì il consiglio dei ministri della pesca dell'UE ha iniziato a negoziare le quote di pesca definitive per il 2021, un sistema potrebbe durare fino alla scadenza dei 5 anni. La discussione prenderà in considerazione anche alcuni aiuti finanziari: il budget Ue prevede almeno 5 miliardi di euro per aiutare i 180mila pescatori europei ad adeguarsi alla nuova situazione, incluso cercando un'altra rotta professionale.

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