Coronavirus, gli alberghi di Bruxelles in ginocchio: solo il 10% delle stanze occupate

Coronavirus, gli alberghi di Bruxelles in ginocchio: solo il 10% delle stanze occupate
Diritti d'autore JOHN THYS/AFP
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Di Susan Dabbous
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Da centro internazionale per i congressi a città fantasma: gli alberghi nel quartiere europeo di Bruxelles sono sull'orlo del fallimento

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Centro congressi, senza congressi. Bruxelles è passata in pochi mesi da hub internazionale per conferenze a città fantasma. E ora con le nuove restrizioni dovute alla pandemia, gli alberghi della città rischiano la bancarotta. In tempi normali, la capitale belga si contende con Singapore il primato mondiale per il maggior numero di congressi internazionali.

“Al momento solo il 10% delle camere d'hotel è occupato – spiega Rodolphe Van Weyenbergh, presidente dell'associazione degli albergatori di Bruxelles - E sono molti gli alberghi che hanno optato per la chiusura. La crisi causata dal coronavirus è a dir poco catastrofica", scrive in una nota.

Per salvare il comparto alberghiero che dà lavoro ad oltre 12.500 persone e fornisce oltre 15.000 camere d'albergo, il governo regionale di Bruxelles ha annunciato una serie di misure tra cui compensazioni che vanno dai 200.000 agli 800.000 euro, in base alle dimensioni della struttura ricettiva.

Un'iniezione di liquidità che sembra vitale per sopravvivere nel breve periodo, ma il timore è che il settore dei congressi non tornerà mai più quello di prima, come prevede Stuart Alford, direttore dell'agenzia Cecoforma Events & Communication di Bruxelles. “Non credo che le conferenze saranno più come prima – afferma Alford - penso che si passerà ad un modello ibrido. Gli eventi saranno più piccoli con solo alcune persone chiave in una stanza e il resto dei partecipanti collegati online. Questo sistema porta a diversi vantaggi – argomenta l'esperto di comunicazione - primo tra tutti la trasparenza, perché non ci saranno più incontri paralleli dietro le quinte a conferenza finita. Rappresenta poi – conclude Alford - una buona forma di investimento per le istituzioni come la Commissione europea, ad esempio, per spendere di meno e diffondere di più i propri messaggi grazie al digitale”.

Dopo gli attacchi terroristici del 2016, Bruxelles era riuscita a reinventarsi per attrarre di nuovo visitatori da tutto il mondo, e non solo turisti. Sforzi che sembrano al momento essere vanificati dal Coronavirus.

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