Popolari europei: "Recovery fund? Prima lo Stato di diritto"

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Di Sandor ZsirosEuronews
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Il monito del PPE: niente risorse senza il meccanismo vincolante dello Stato di diritto

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Quattro gruppi del Parlamento europeo hanno presentato una istanza comune in cui si chiede all'Unione europea di perseguire con impegno un'azione a favore dello Stato di diritto a cui devono essere subordinati i fondi europei. 

A ribadire la necessità di un quadro di regole condivise è Manfred Weber, capo del più grande gruppo politico del Parlamento, quello dei Popolari. 

Sándor Zsíros, Euronews, ha intervistato Weber.

Non teme che, alla fine, sarà il Parlamento europeo a bloccare l'intero pacchetto Recovery dell'Unione? 

"Non si può ragionare di economia senza pensare alla nostra base di valori - risponde Weber - spendiamo adesso, a livello di Unione europea, quasi 2mila miliardi di euro. La posta in gioco è alta. Pensiamo che questo denaro debba essere speso in modo corretto. Ciò significa che dobbiamo avere media liberi, per verificare se sul territorio le autorità spendono le risorse senza corruzione, per esempio. 

E abbiamo bisogno di un potere giudiziario indipendente che garantisca che i fondi vengano spesi nella legalità. Sono principi fondamentali per l'Europa e li difenderemo".

Quindi, senza un forte impegno a favore dello stato di diritto, voterete contro il pacchetto Recovery? È questo che intende dire?

"Non ci sarà nessun Recovery fund senza il meccanismo vincolante dello stato di diritto. Questo è un chiaro messaggio al Consiglio. "

L'Ungheria e la Polonia dicono spesso che il dibattito sullo stato di diritto è un'arma politica contro i governi conservatori. Lei è d'accordo con loro?

"Penso che in passato i partiti di sinistra, a livello europeo, abbiano commesso degli errori. Perché utilizzavano il principio generale dello Stato di diritto per ragioni di partito. È stato un errore. Quello di cui abbiamo bisogno è che i politici tacciano sulla valutazione dello Stato di diritto". Spetta ai giudici, spetta alle autorità indipendenti determinare se lo Stato di diritto è sotto pressione o meno nell'Unione europea.

"Quanto è credibile la sua richiesta di uno Stato di diritto, soprattutto quando in passato ha spesso difeso la politica di Viktor Orbán in quest'Aula? "

"Non ho mai difeso gli sviluppi problematici in Ungheria, io stesso e il mio partito abbiamo votato a favore dell'attivazione dell'articolo 7 contro l'Ungheria, che il Parlamento europeo ha avviato per la prima volta. Quindi per me è chiaro che dobbiamo essere forti".

Nelle prossime ore gli eurodeputati voteranno una relazione per mettere lo stato di diritto in cima all'agenda dei leader dell'Unione europea ed evitare che si apra un vulnus democratico in Europa.

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