L'Ue ha troppi burocrati bianchi ma non sa come aprire alle minoranze

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Di Susan Dabbous
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la copertina di un settimanale belga scurisce i volti dei politici al potere e scoppia la polemica

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Burocrati bianchi con pelle inscurita da photoshop. È la provocazione della copertina del settimanale belga “Le Vif” che ha africanizzato il volto del peresidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e molti altri. “E se fossero stati neri? - chiede il giornale maliziosamente - sarebbero arrivati fin lì?

Copertina del settimanale "Le vif" numero del 3 Settembre 2020

Ma le buone intenzioni del giornale non sono bastate per placare le critiche. La blackface, la faccia nera, infatti è uno stile di makeup teatrale che si usava in passato per rendere marcatamente ridicoli dei personaggi. Una maschera ancora usata ai tempi d'oggi che è costata al primo ministro canadese, Justin Trudeau, un momento di imbarazzo globale quando la foto di una festa in cui si era travestito da nero, da ragazzo, è rimbalzata sui media di mezzo mondo.

Non sorprende quindi che la copertina di “Le Vif” non sia piaciuta agli antirazzisti.

"Non avevamo nessuna intenzione di prendere in giro o stigmatizzare – chiarisce la direttrice di “Le Vif” Sophie Bailly - Sappiamo che la blackface sottointende derisione, ma le nostre intenzioni erano ben diverse. Volevamo denunciare la mancanza di persone di discendenza africane nei luoghi di potere, in questo senso la copertina è proprio un anti-blackface. Peccato che non sia stata capita. "

Per l'attivista antirazzista Stephanie Ngaluga "la blackface è un retaggio coloniale molto concreto che fa riferimento alla storia della schiavitù - spiega - il significato della backface non era solo ridicolo ma serviva a disumanizzare le popolazioni nere e il loro discendenti."

Ngaluga si è detta scioccata dalla copertina di Le Vif anche se l'idea del settimanale era nata sulla scia del movimento Black Lifes Matter e intendeva denunciare l'assenza di persone di origini africane in posizioni apicali: nel mondo della politica, della magistratura o dei media.

La Commissione europea ha riconosciuto più volte di essere un'istuzione a fortissima prevalenza bianca. Cosa che vorrebbe cambiare.

"L'assenza di minoranze etniche nelle istuzioni è un tema da sviluppare e da risolvere perché dobbiamo rappresentare l'intera Europa", ha commentato la Commissaria agli Affari interni Ylva Johansson.

La presidente Ursula von der Leyen ha promesso una riforma per rendere la Commissione più etnicamente inclusiva. Chissà se terrà fede alla sua promessa?

Journalist • Ana LAZARO

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