Perché la Bulgaria di Borisov è nel mirino dell'europarlamento

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Diritti d'autore Valentina Petrova/AP
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Perché la Bulgaria di Borisov è nel mirino dell'europarlamento

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Una coabitazione istituzionale scomoda in Bulgaria diventa un braccio di ferro tra il presidente della repubblica, l'indipendente di centrosinistra, Rumen Radev, e il primo ministro di centrodestra, Boyko Borisov.

Le tensioni provocano proteste di piazza. La folla si schiera col presidente. I manifestanti guardano a Radev come a un baluardo contro il sistema di potere oligarchico del premier e del suo partito, al potere da oltre dieci anni.

Elena Jonceva, eurodeputata socialista e democratica bulgara dice:

"La Bulgaria è il Paese più povero dell'Unione europea a causa della corruzione. Parliamo di un Paese di soli 7 milioni di abitanti, che, secondo un rapporto del parlamento europeo, perde ogni anno 11 miliardi di euro a causa della corruzione".

E all'improvviso all'europarlamento già alcuni deputati pensano all'ennesima minaccia verso lo stato di diritto in un paese un tempo appartenente al blocco comunista dell'Europa centrale, come Polonia e Ungheria.

L'eurodeputato bulgaro Andrej Kovacev, membro dei Popolari europei, e del partito del premier di Sofia, nega qualsiasi rischio per lo stato di diritto:

"Ma no, non abbiamo proprio nulla a che vedere con la Polonia e l'Ungheria. da noi c'è una totale libertà. Sarebbe impossibile una situazione in cui la libertà di insegnamento venisse minacciata, come purtroppo accade in un'università di Budapest. Da noi tutti sono liberi di esprimersi contro il primo ministro e contro il governo"

Sara' Boyko Borisov, dopo Orbàn, dopo Duda e dopo il covid il nuovo spaventapasseri dell'Europa delle buone intenzioni? Per portarsi avanti col lavoro c'è chi chiede al centrodestra bulgaro all'europarlamento di prendere le distanze da Borisov

La ragione è presto detta da Radan Kanev, eurodeputato, membro di una formazione di centrodestra avversaria di Boyko Borisov:

"L'Europa deve temere un nuovo scenario ungherese e polacco, in particolare il Partito Popolare europeo, potrebbe travarsi ad avere a che fare con un nuovo caso Fidesz. È necessaria un'azione preventiva sia della Bulgaria che dell'Europa".

Già Fidesz, il partito di Viktor Orbàn, in Ungheria. Una formazione politica membro del Partito Popolare europeo, sospesa, ma mai espulsa definitivamente dal gruppo dei moderati conservatori europei. E questo, malgrado i richiami e le messe in guardia, da parte della Commissione europea nei confronti del radicalismo conservatore che sfocia talvolta in violazioni dello stato di diritto.

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