Coronavirus, 12 Stati UE chiedono di sospendere i rimborsi per i voli cancellati

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Diritti d'autore Elaine Thompson/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Oliver Whitfield Miocic, Laura Ruiz Trullols
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Dodici Stati dell'Unione Europea chiederanno oggi a Bruxelles di sospendere temporaneamente una legge europea che prevede il rimborso dei voli cancellati. Francia e Paesi Bassi saranno i due Paesi che guideranno l'azione di lobbying durante la riunione dei ministri dei trasporti europei.

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Dodici Stati dell'Unione Europea chiederanno oggi a Bruxelles di sospendere temporaneamente una legge europea che prevede il rimborso dei voli cancellati. Francia e Paesi Bassi saranno i due Paesi che guideranno l'azione di lobbying durante la riunione dei ministri dei trasporti europei che si incontrano mercoledì 29 aprile.

Gli altri Paesi che appoggiano la richiesta sono Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Irlanda, Lettonia, Malta, Polonia e Portogallo. Migliaia di passeggeri sono furiosi per aver subito la cancellazione del volo a causa delle restrizioni imposte per il coronavirus, ma sono stati loro offerti solamente voucher a titolo di compensazione.

I regolamenti europei stabiliscono senza ombra di dubbio che i voli cancellati vanno rimborsati entro sette giorni. E al momento molte compagnie aeree non lo stanno facendo, propongono piuttosto dei buoni da usare in futuro.

Questi 12 Paesi ora premono per far sospendere temporaneamente questa legge europea, così da dare alle compagnie aeree un respiro economico. Secondo la commissaria ai trasporti dell'UE, Adina Vălean, si tratta però di una cattiva idea, come ha detto martedì a Euronews.

"Sono già state avanzate alla Commissione delle richieste da parte di alcuni governi che chiedono di modificare le regole vigenti - ha ammesso Vălean - Non prendo la cosa neanche in considerazione. Penso piuttosto che se le compagnie aeree hanno intenzione di sfruttare al massimo lo strumento dei vaucher per spostare le date dei voli, allora dovrebbero renderli più attraenti."

Air France-KLM è tra quelle compagnie che non offre più rimborsi ai passeggeri, nonostante abbia ricevuto aiuti per 11 miliardi di euro dai governi francese e olandese. KLM ha detto a Euronews che le attuali normative non sono state concepite per affrontare le circostanze eccezionali come una pandemia.

"I regolamenti sono stati sviluppati in previsione di interruzioni localizzate e a breve termine", ha fatto sapere in un comunicato. "Nessun testo prevedeva il divieto e le restrizioni di viaggio imposte nelle ultime settimane. KLM ritiene che l'emissione di un voucher rimborsabile costituisca una soluzione equa e un ragionevole equilibrio tra la protezione dei propri passeggeri e le realtà operative che ogni compagnia aerea deve affrontare".

Non dovrebbero essere i consumatori a pagare il conto dell'industria dell'aviazione

Ma l'organizzazione europea per i diritti dei consumatori, BEUC, indica all'opposto che non dovrebbero essere demandato ai viaggiatori di salvare l'industria aerea.

"Il Covid-19 sta mettendo i consumatori sotto un'enorme pressione finanziaria", afferma il direttore generale del BEUC, Monique Goyens. "Il loro diritto al rimborso per i viaggi cancellati è più importante che mai.

"Tuttavia, assistiamo a innumerevoli esempi di compagnie aeree e compagnie di viaggio che minano i diritti dei consumatori cercando di spingere le persone ad accettare i voucher. I consumatori non dovrebbero essere costretti dai governi a pagare il conto per salvare l'industria dei viaggi. Abbiamo bisogno di soluzioni che proteggano sia l'industria dei viaggi che i diritti dei consumatori, senza le quali la fiducia dei consumatori potrebbe essere danneggiata in modo permanente".

Tra i viaggiatori che hanno perso la speranza c'è Asmik Sardaryan che da Vancouver sarebbe dovuta andare a Mosca con il marito e i due bambini.

"Abbiamo pagato i biglietti 2.600 euro, ed è un grande danno per noi non riavere i sodi indietro - tuona la passeggera - perché abbiamo impiegato molto tempo a risparmiare questa somma. Ci sentiamo anche molto offesi perché la compagnia aerea non sta rispettando le leggi che riguardano la cancellazione dei voli".

"La posizione dell'Unione europea sui rimborsi, anche i questi tempi di crisi, in teoria, è davvero chiara - ironizza Noémi Gombás passeggera ungherese - ma nella pratica nessuno sta imponendo alle compagnie aeree di applicare le leggi. L'Olanda, ad esempio sta permettendo alla sua KLM di cavarsela senza pagare i rimborsi. Spero che l'Unione europea non gliela faccia passare liscia".

Risorse addizionali per questo articolo • Susan Dabbous

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