Brexit: la battaglia per le sogliole britanniche

Brexit: la battaglia per le sogliole britanniche
Diritti d'autore Gareth Fuller/PA Wire Gareth Fuller
Di Elena Cavallone
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Il governo britannico vorrebbe limitare agli europei l'accesso alle acque britanniche. I negoziati tra Londra e Bruxelles sulle future relazioni commerciali saranno messi alla prova dall'accordo sulla pesca

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Sono le 6 del mattino: è ancora buio e i pescherecci sono appena rientrati nel porto belga di Ostende. Le reti sono cariche di pesce che sarà venduto all'asta, una routine che si svolge 3 volte a settimana e che non si ferma mai.

Tutti pazzi per le sogliole britanniche

Il 75% del pescato venduto qui è stato catturato in acque britanniche, in particolare la sogliola è la specie più ricercata. Le acque britanniche sono più pescose di quelle del Mare del Nord e i pescatori belgi sperano dopo la Brexit di poter continuare a riempire le loro reti.

Bruno Decordiar trascorre il 60% del suo tempo a pescare sogliole in acque britanniche. E' preoccupato che la Brexit possa danneggiare la sua attività.

"Andiamo spesso nei porti inglesi e quando parliamo con i pescatori britannici ci accusano di prendere tutti i loro pesci. Se chiudono le acque sono sicuro di perdere la metà delle mie entrate", racconta.

Le quote europee

Gli accordi europei assegnano a ogni Stato membro delle quote ben precise per pescare le diverse specie ittiche nei mari europei. Attualmente le imbarcazioni europee possono pescare il 60% del peso de loro pescato nei mari del Regno Unito, che pero adesso non è piu parte dell'UE.

I negoziati tra UE e Gran Bretagna inizieranno proprio dalla pesca, divenuta simbolo delle rivendicazioni sovraniste della Brexit. Il governo britannico intende dare accesso prioritario alle acque nazionali ai pescherecci britannici. Queste restrizioni potrebbero comportare una nuova concorrenza tra i pescatori europei.

"Significherà che i pescherecci di Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Francia e Irlanda si ritroveranno tutti a pescare nelle coste vicino all'Europa. Ma non c'è spazio per tutti", spiega Jan Buisseret, direttore commerciale dell'asta del pesce di Ostende. "Se avremo il diritto di pescare nelle aree britanniche, i britannici avranno il diritto di continuare a vendere i loro prodotti qui in Europa. Perché loro non hanno una grande flotta e non consumano la stessa quantità di pesce come noi".

La pesca, emblema della Brexit

La pesca non è una delle attività economiche piu rilevanti del Regno unito, anzi è piuttosto marginale. Inoltre, 3/4 del pesce pescato dai pescherecci britannici viene venduto nell'Unione europea. Raggiungere un accordo sulla pesca sarà fondamentale per proseguire i negoziati commerciali tra UE e Regno Unito.

La pesca di fatto è l'unico punto su cui il Regno Unito si trova in una posizione di forza e per il momento non sembra disposto a cedere.

Il Primo Ministro britannico Borish Johnson, inoltre, non intende prolungare il periodo di transizione. Eppure sarà necessario scendere a compromessi, afferma il presidente della commissione per la pesca al Parlamento europeo Pierre Karleskind.

“Non dimentichiamo che se non ci sarà un accordo di pesca, non ci sarà un accordo commerciale globale. Finché sulla pesca Johnson ci renderà le cose difficili, noi terremo duro sul commercio. Le aziende britanniche non potranno esportare tanto facilmente avranno dei problemi".

Ma i tempi sono stretti. L'UE vorrebbe raggiungere un accordo entro luglio per passare ai negoziati sulle relazioni commerciali.

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