La segretaria di Stato per la famiglia ungherese difende a Bruxelles il piano nazionale per la natalità, ma i socialisti la attaccano: "Misure ingiuste che favoriscono i più ricchi"
Il controverso piano per la natalità varato dal primo ministro ungherese Viktor Orbán ha raggiunto Bruxelles. Orbán, come è noto, lo ha lanciato per combattere il calo delle nascite con incentivi finanziari e defiscalizzazioni, includendo anche, ad esempio, prestiti per l'acquisto di autoveicoli per le famiglie numerose.
Ora il segretario di Stato per le famiglie del governomagiaro**, Katalin Novák** ha difeso questa politica al Parlamento europeo ribadendo che "In Ungheria non vediamo l'immigrazione di massa come una soluzione alle nostre sfide demografiche, ma vediamo la soluzione nelle nostre risorse interne. Finché c'è un divario, fiché i giovani avranno meno figli di quanti desiderino averne, ciò significa che abbiamo un compito da svolgere, dobbiamo agire per consentire a questi giovani di avere una famiglia".
Secondo l'opposizione, i tassi di natalità ungheresi di uno 0,1 al di sotto della media europea, (circa 1, 57 vs 1,47) non giustificano le politiche del governo che ritengono ingiuste, a supporto dei ricchi anziché dei poveri. Klára Dobrev, deputato socialista ungherese, attacca: "I ricchi sono diventati più ricchi e i poveri sono diventati ancora più poveri. C'è solo un Paese in Europa in cui tutti tutto il denaro del governo va alle famiglie più ricche".
I critici affermano anche che i piani del governo ungherese sono a supporto più della propaganda sull'identità nazionale che dei tassi di natalità.