Libia: sacrificata la missione Sophia

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Di Elena Cavallone
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Verrà lanciata un'altra missione navale per controllare l'embargo sulle armi in Libia

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Le navi dell'Unione Europea pattuglieranno di nuovo il Mar Mediterraneo. Dal Consiglio affari esteri a Bruxelles emerge una nuova missione per garantire il rispetto dell'embargo sulle armi in Libia.

Ma c'è un prezzo da pagare: la fine di un'altra missione: la missione Sophia, incentrata sul contrasto al traffico di migranti.

Un accordo che è stato difficile da raggiungere, spiega Josep Borrell, capo della diplomazia europea.

"Noi, in quanto Unione europea, possiamo svolgere un ruolo e sono felice di annunciare che dopo una lunghissima discussione, una delle discussioni più lunghe e più intense che ricordo, siamo riusciti a raggiungere un accordo politico che questa mattina pensavo sarebbe stato impossibile ".

La decisione dei ministri degli affari esteri europei è stata presa soprattutto per evitare il veto di almeno tre paesi; Austria, Ungheria e Italia.

Il timore è che che il proseguimento della missione di Sophia potrebbe incoraggiare i migranti a partire dalla Libia in cerca di una vita migliore in Europa.

"Abbiamo convenuto quelle navi potrebbero provocare un fattore di attrazione. Essere vicini alla costa potrebbe comportare un numero maggiore di migranti. E questa è una novità perché l'UE nella sua dichiarazione riconosce il fattore di attrazione", sottolinea il ministro degli esteri Luigi di Maio.

La nuova operazione, ancora senza nome, comprende attività aeree, satellitari e marittime. Diversi paesi si sono offerti di partecipare, ma i comandanti militari devono ancora capire quanta attrezzatura è necessaria.

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