Sopravvissuto ad Auschwitz per amore, la storia di Paul Sobol

Sopravvissuto ad Auschwitz per amore, la storia di Paul Sobol
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Di Elena CavalloneGregoire Lory
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Arrestato nel 1944 a Bruxelles, fu deportato nel campo di concentramento in Polonia. Sopravvisse agli orrori della prigionia, alla marcia della morte e ad altri calvari, tenendo sempre con sé un oggetto prezioso.

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Auschwitz. Più di un milione di persone sono morte in questo campo di sterminio nazista. In occasione del 75 ° anniversario della liberazione del campo di concentramento, i sopravvissuti continuano a raccontare la loro storia e a testimoniare. Il belga Paul Sobol afferma di rivivere l'orrore di questa tragedia attraverso gli occhi degli altri.

"Penso soprattutto a coloro della mia famiglia che sono scomparsi. Perché sa, io non sono nemmeno riuscito ad abbracciare mia madre".

A soli 18 anni fu arrestato a Bruxelles e portato nel campo di prigionia in Polonia, dove perse entrambi i gentitori e un fratello. 

Nell'inverno del 1944 i nazisti ordinarono l'evacuazione dei campi. I prigionieri ebrei dovettero lasciare Auschwitz per raggiungere la Germania a piedi. Gli storici parlano d i marce della morte: agli ufficiali fu ordinato di uccidere coloro che non riuscivano più a camminare. Ma il calvario è continuato anche dopo per Paul Sobol, caricato di nuovo su un treno.

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Paul Sobol, sopravvissuto ad Auschwitz, ha 93 anniEuronews

"Eravamo in 100-110 in un vagone, stavamo in piedi, stretti l'uno contro l'altro. Non sapevamo per quanto tempo saremmo rimasti. Alla fine siamo rimasti in questi vagoni per 6 giorni. Quando i treni si sono fermati definitivamente e hanno aperto le porte eravamo sopravvissuti in 20-25 ".

Paul Sobol è riuscito a sopravvivere grazie a un oggetto. Quando fu arrestato nel giugno del 1944, la sua fidanzata gli diede pacchetto con del cibo e con una foto in fondo alla scatola. E lui riuscì a conservare l'immagine di quella che diventerà sua moglie.

"L' ho piegata in 8 parti e l'ho tenuta nel pugno destro perché dovevamo restare nudi, lasciare tutti i nostri vestiti civili e poi entrare in un edificio dove ci avrebbero trasformato in detenuti".

Paul Sobol mantiene viva la memoria. Incontra spesso gli studenti delle scuole superiori per condividere la sua testimonianza. Il giorno della commemorazione dell'olocausto non sarà ad Auschwitz ma a Ginevra con le Nazioni Unite prima di continuare il suo viaggio in Germania.

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