A Bruxelles il summit UE-Cina
L'Unione europea ha perso la pazienza. Dopo anni in cui ha offerto alle imprese cinesi libero accesso al suo mercato, ora pretende che anche le proprie aziende godano di pari diritti in Cina. È questa la posizione espressa a Bruxelles dai rappresentanti delle istituzioni europee al premier cinese nel corso del summit tra Unione e Cina.
"C'è stata ingenuità, ora penso che stiamo passando da una partnership strategica a una sorta di competizione strategica", commenta Lin Goethals, dell'Istituto europeo di studi asiatici. "La chiamerei 'coorpetition', ovvero cooperazione e competizione che vanno a braccetto, con un bilanciamento delle relazioni fra Unione europea e Cina".
A spianare la strada per la firma di una dichiarazione congiunta che, nonostante le resistenze della Cina, dovrebbe arrivare nelle prossime ore, era stato l'incontro il 26 marzo a Parigi tra Xi Jinping, Emmanuel Macron, Angela Merkel e Jean-Claude Junker.
Due le questioni particolarmente care all'Unione: le sovvenzioni che lo Stato cinese dà alle sue aziende, mentre i Paesi membri hanno limitazioni in termini di sussidi, e lo stop una volta per tutte ai trasferimenti forzati di tecnologia che le imprese che investono in Cina sono costrette ad operare per ottenere le autorizzazioni amministrative.