100 giorni alle europee: questa volta sarà diverso...forse

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Di Elena Cavallone
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Tra meno di tre mesi gli europei andranno di nuovo alle urne. Le certezze di una volta sono svanite davanti a una crescente frammentazione politica. Questa volta nulla può essere dato per scontato.

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Preparatevi ad affrontare 100 giorni cruciali per l'Europa.

Milioni di persone andranno alle urne tra circa tre mesi e questa volta sarà diverso, forse.

Se immigrazione, Brexit e sicurezza informatica hanno radicalmente cambiato il dibattito pubblico su quello che l'Europa può e dovrebbe fare, dall'altra hanno aperto la strada ai populismi che si diffondono in tutto il continente. L'antica architettura politica è ormai un vago ricordo, spiega Doru Frantescu, direttore di Vote Watch Europe.

"Ci sarà un' ampia frammentazione del parlamento: i due gruppi più grandi si ridurranno e i gruppi più piccoli diventeranno più grandi, il che significa a che sarà molto più difficile fare coalizioni per raggiungere la maggioranza".

L'eurocamera sarà diversa dal solito e c'è il rischio che le minoranze euroscettiche paralizzino l'emiciclo. Ciò potrebbe potenzialmente dare energia al dibattito politico sull'Europa.

"Mi aspetto un'affluenza maggiore questa volta perché l'Europa è stata un argomento ricorrente negli stati membri, sia tra gli euroscettici che tra gli europeisti. Sono state affrontate molte crisi dall'UE e il pubblico lo sa. Forse a qualcuno è piaciuto, ad alcuni non è piaciuto, ma lo hanno notato e ciascuno si è fatto un'opinione".

Il panorama politico europeo è profondamente cambiato rispetto alla passata legislatura: i demolitori sfidano i custodi della tradizione e della stabilità. Ma hanno giocato tutti secondo le regole? Ci sono state pesanti campagne di disinformazione, afferma il portavoce del Parlamento europeo.

"Penso che i cittadini europei siano stati travolti da informazioni di scarsa qualità tramite piattaforme digitali ecc. E che, sempre di più, dobbiamo tornare alle fonti di informazioni affidabili che sono i media tradizionali".

Eppure, proprio dal cyberspazio proviene una nuova potenziale arma di disinformazione, che permette ingerenze esterne nelle elezioni.

Questa volta potrebbe essere diverso, oppure no.

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