Stato dell'Unione: migrazioni, morte Marinova, 'visti d'oro', Bono alla Ue, Brexit

Stato dell'Unione: migrazioni, morte Marinova, 'visti d'oro', Bono alla Ue, Brexit
Di Giulia Garofalo
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Stefan Grobe da Bruxelles racconta gli highlight della settimana e anticipa gli appuntamenti Ue della prossima. Bono in visita alla bolla istituzionale Ue per promuovere il 'sentimento d'Europa'. Business dei 'visti d'oro' e rischio sicurezza. 2 reporter morti. E intervista all'ONU sulle migrazioni

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STATO DELL'UNIONE

Parte 1

Questa settimana, la bolla europea ha ospitato a Bruxelles qualche VIP del mondo dello spettacolo.

E' Bono... star irlandese degli U2, che ha fatto visita alle istituzioni europee, uno speciale 'tour'-fuori dal palcoscenico- che ha entusiasmato sia i fan che i personaggi politici.

Bono ha parlato di 'Europa' come "un'idea romantica".

E ha invitato cantanti e artisti a a celebrarne piu' spesso l'appartenenza e valorizzarne l'importanza attraverso i contenuti delle loro produzioni.

"L'Europa è un'ideologia, un pensiero, ma deve anche trasformarsi in un sentimento" - cosi ha affermato - "Doviamo cercare di vivere questa unione come qualcosa che scalda il sangue" il nuovo slogan pro-Europa con cui Bono ha acceso emozioni nell'audience.

Da Bruxelles, Stefan Grobe di Euronews vi da un caloroso benvenuto a "State of the Union".

Il corrispondente ci racconta che Bono era già attivo nei palazzi della Unione europa per promuovere e sostenere gli sviluppi della partnership tra l'Europa e l'Africa, progetti che ha definito "un'incredibile opportunità" - statement accolto favorevolemente dagli alti funzionari e dai decision-maker dell'Ue, che in questi anni hanno infatti reso l'Africa un fulcro della sua strategia per contrastare l'immigrazione clandestina.

L'obiettivo è assistere i governi africani nel passaggio a democrazie economicamente stabili in modo da attrarre opportunità di investimenti 'in loco', anziché cercare fortuna altrove. Sarà un processo lungo, ma alcune recenti azioni diplomatiche mondiali stanno tenendo sotto controllo le questioni migratorie.

Le rappresentati istituzionali, infatti, si stanno preparando per la conferenza Internazionale per l'adozione formale di un documento importante per la definizione di politiche future. L'evento e la valutazione del dossier della "Global Compact on Safe, Orderly and Regular Migration" si terrà a dicembre in Marocco. Per le Nazioni Unite, rappresenta l'appuntamento piu importante dell'anno a livello intergovernativo.

Quale sarà il focus, cosa sarà al centro dei talks?

Euronews ne ha parlato con Louise Arbour, Rappresentante speciale delle Nazioni Unite per le migrazioni internazionali.

Parte 2

Questa settimana, due casi di violenza brutale contro i giornalisti hanno scioccato l'Europa e il mondo.

Il primo è quello del giornalista saudita, Jamal Kashoggi, che è stato avvistato per l'ultima volta nel consolato del suo Paese a Istanbul dove si recato per ottenere i documenti necessari a concludere al piu presto le pratiche di matrimonio.

Le autorità turche ritengono che Kashoggi, celebre esperto di politiche saudite, sia stato assassinato all'interno della missione diplomatica da un gruppo della 'morte saudita', sicari trasportati in un volo speciale per compiere la missione.

L'altro caso è la storia della reporter TV, la bulgara Viktoria Marinova, violentata, percossa e strangolata in un parco a Sofia. Secondo caso di omicidio di un giornalista avvenuto in Europa e nel corso del 2018. Viktoria, trentenne, professionista di alto profilo e conduttrice di diversi speciali, aveva una figlia di sette anni.

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Stando ai numeri del Comitato per la tutela dei giornalisti di New York, almeno 43 giornalisti sono stati uccisi dall'inizio dell'anno, nel mondo. Solo nel 2017, cinque i reporter uccisi da autobombe mirate o colpi di pistola.

I Paesi a rischio sono Afghanistan, Siria, Messico e Iraq. Ma ovunque, anche in Europa, quando si tratta di corruzione, diminiuisce la sicurezza e l'incolumità della figura del cronista e del reporter (in particolare nel giornalismo investigativo o di indagine).

L'Unione europea è attualmente impegnata a risolvere una pratica che interessa 13 Paesi membri, tra cui Austria, Gran Bretagna e Francia - che vendono diritti di cittadinanza o di residenza ai 'ricchi' provenienti da Russia, Cina e altre nazioni, ed esponendo i Paesi dell'UE a maggiori rischi di corruzione.

Questa settimana, al Parlamento europeo, i deputati hanno chiesto uno 'stop' alla vendita dei cosiddetti "visti d'oro", pratica definita da un'europarlamentare come vera e propria politica di "prostituzione del Sistema di Schengen".

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Uno sguardo di Euronews a cosa succederà nella quarta settimana (prossima settimana).

Lunedì: i Ministri degli Esteri dell'Ue si incontrano a Lussemburgo.

Mercoledì: i Capi di Stato e di Governo dell'Ue incontrano per cena a Bruxelles Theresa May, Premier del Regno Unito.

Nel menu' della serata, naturalmente...c'è "Brexit".

Giovedì e venerdì: i leader dell'Ue si danno appuntamento al consueto "EU summit", il vertice europeo, ma ovviamente senza il primo ministro britannico.

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Possiamo permetterci di pensare che Theresa May non sembri troppo dispiaciuta dal fatto che non potrà piu partecipare a questi lunghi dibattiti europei. E, a poco meno di sei mesi dalla Brexit, non è neanche piu necessario che si rechi a Bruxelles.

La maggioranza dei cittadini del Regno Unito, intanto, si rammarica e si pente di aver optato per l'uscita dall'Ue.

E' il caso di chi ha dei cani. I padroni dei 'quattro-zampe" ora stanno gia' raccogliendo consenso per proporre un secondo referendum: questa volta, voteranno 'SI' con l'obiettivo di mettere fine al percorso della Brexit.

Gli organizzatori del cosiddetto "Wooferendum" lamentano che i loro cani stanno pagando il prezzo di essere fuori dall'Unione dei 27. Questo si avverte per via di una carenza di veterinari e un aumento dei costi del mangime per animali domestici.

In diverse "Pee stations", i vespasiani che si trovano per strada, si portano i cani a urinare e a produrre i loro escrementi volutamente sotto le foto di noti Brexiters, come l'ex ministro degli esteri Boris Johnson e l'ex leader del Partito dell'Indipendenza del Regno Unito, Farage. Entrambi volti chiave della campagna referendaria per la Brexit del 2016.

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Chiamamolo 'pipì per il progresso' o 'abbaiando contro Brexit'...? Questo è quanto vi racconta oggi Stefan Grobe. Potete seguirlo anche su Twitter per ulteriori approfondimenti.

https://twitter.com/stefangrobe1

Euronews vi ringrazia per la visione, e augura una buona settimana.

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