Le tensioni diplomatiche tra Francia e Italia sull'accoglienza migranti mettono in evidenza l'incapacità dell'UE di risolvere la questione migratoria
Le critiche della Francia all'Italia sul rifiuto da parte di Roma di far attraccare la nave Aquarius nei porti italiani, con i suoi 630 immigrati irregolari a bordo, inasprisce le relazioni tra i due paesi e mostra la spaccatura in seno all'Unione europea sul tema dell'accoglienza migranti.
Euronews era a Strasburgo, dove si sta svolgendo la seduta plenaria del Parlamento europeo e ha avuto modo di parlare con due parlamentari europei di diversi schieramenti politici.
Mario Borghezio, eurodeputato dalla lega sostiene che ci sia "una certa ipocrisia da parte di Macron, ma in generale una diffusa ipocrisia dell'Unione Europea sulla questione degli sbarchi e sulla gestione degli immigrati, l'Italia ha già fatto troppo".
Nahtalie Griesbeck, eurodeputata francese liberale e aperta sostenitrice del presidente francese Macron ritiene invece che la responsabilità sia collettiva: "mi rifiuto di entrare in una battaglia contro Salvini, che non rispetta le regole del diritto internazionale. Ho fiducia nel presidente Macron e la sua visione europeista. Proprio lui ha messo l'Europa alla base del suo mandato".
Ma le divisioni sembrano soltanto apparenti: per entrambi è una sola:fermare l'immigrazione alla radice.
"Dobbiamo aiutare l'Africa - sostiene Mario Borghezio- e non aprire le porte dell'Europa a milioni di immigrati per i quali non abbiamo nè l'opportunità, né l'interesse economico e sociale ad accoglierli".
"Piuttosto che far entrare persone con i barconi o le zattere e farle cadere vittime dei contrabbandieri e trafficanti, bisognerebbe organizzare dei sistemi europei in paesi terzi per impedire loro di imbarcarsi", fa eco Nahtalie Griesbeck.
Il caso Aquarius ha reso evidente lincapacità dell'Europa di risolvere la crisi migratoria. La speranza è che al vertice giugno i leader europei riescano a trovare un accordo per riformare il sistema comune di asilo, disciplinato dal regolamento di Dubino.