Simon Gronowski: ebreo, destinato ad Auschwitz, salvo per miracolo

Simon Gronowski: ebreo, destinato ad Auschwitz, salvo per miracolo
Di Aissa BOUKANOUN
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Simon aveva 11 anni quando lo caricarono sul convoglio numero 20. A salvargli la vita fu sua madre.

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Giovedì prossimo saranno trascorsi esattamente 75 anni dal giorno in cui a Simon Gronowski fu salvata miracolosamente la vita. Simon, avvocato, ex presidente dell'Unione dei degli ebrei deportati dal Belgio, il 19 aprile 1943 si trovava sul convoglio numero 20 diretto ad Auschwitz.

"Mi hanno messo in un vagone per gli animali - racconta ai nostri microfoni -. Avevo 11 anni, e non sapevo di essere stato condannato a morte, e che questo treno doveva portarmi sul luogo della mia esecuzione. Per miracolo sono saltato giù dal treno e sono fuggito. Sono stato aiutato da persone formidabili nella mia fuga. Tutto questo perché? Perché i miei genitori erano ebrei".

Fu sua madre a ordinargli di scappare quando il convoglio fu attaccato da tre giovani membri della resistenza belga. Lei e la sorella diciottenne di Simon morirono poi nelle camere a gas.

"Sono saltato dal treno - dice Simon - perché ho obbedito a mia madre. Se mia madre mi avesse detto di restare con lei, sarei rimasto con lei, e se avessi saputo che mia madre non avrebbe saltato con me, sarei rimasto con lei. Mia madre mi ha salvato la vita. Mia madre è la mia prima eroina".

Secondo il Congresso ebraico europeo, nel vecchio continente si sono raggiunti negli ultimi anni livelli di antisemitismo mai visti dalla seconda guerra mondiale. Simon, però, non perde fiducia nell'umanità: per lui "Ci sono persone che non amano gli ebrei, ma non vogliono far loro del male. Esistono. E poi c'è l'antisemitismo brutale, quello dell'odio. È questo che combatto. Io sono ottimista, credo nel futuro, perché credo nella bontà umana".

Per lottare contro l'odio Simon percorre le scuole e le università del mondo intero raccontando la sua storia.

Journalist • Selene Verri

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