Virginija Langbakk ((EIGE): "Passo in avanti sulla parità di genere, ma la battaglia non è finita"

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Euronews ha sentito la Direttrice dello "European Institute for Gender Equality". Per l'uguaglianza di genere servono leggi severe e un'istruzione adeguata.

Parità di genere, una sfida ancora aperta

Ancora poca parità di genere nel mondo. Dopo Oxfam, anche Plan international lancia l’allarme. Secondo l’analisi dell’ONG, ci sono troppe disparità discriminatorie tra uomini e donne- Per il quarto anno il dossier traccia un bilancio e una fotografia di un mondo in cui le disuguaglianze socio-economiche stanno diventando sempre di più il tema centrale del nostro tempo. Un trend in negativo, che purtroppo non risparmia l’Italia.

Sophie Claudet, euronews:“Dottoressa Virginija Langbakk, grazie per essere con noi. Nel nostro primo reportage abbiamo visto che le leggi più severe ma anche l’istruzione aiutano a promuovere l’uguaglianza di genere. Cosa è più importante tra i due fattori?

Virginija Langbakk, Direttrice European Institute for Gender Equality (EIGE): “Le leggi stabiliscono gli standard di base per fare in modo che ci sia una connessione tra l’uguaglianza di genere e diritti umani. Se si hanno degli standard, si può monitarare la situazione. Si può agire e cercare di far rispettare questi diritti ai governi, che a volte non sono così interessati a queste questioni. L’istruzione agisce direttamente sulla mente ed è un processo più lungo. Ci deve forgiare, preparare per la vita e per la nostra vita lavorativa. Dunque sono due fattori estremamente importanti per l’uguaglianza di genere.”

Quote rosa sÌ o no?

euronews:“Qual è la sua opinione sulle quote rosa?”

Virginija Langbakk: “Non conosciamo ancora l’impatto nei paesi in cui sono state introdotte le quote. Non possiamo ancora fare valutazioni. Ma quello che abbiamo visto, quando stavamo facendo ricerche, in Italia o in Slovenia, è che c‘é stato un grande balzo. I dibattiti erano forti. La questione delle quote obbligava le persone a pensare. In alcune aziende – in particolare proprio nel mondo imprenditoriale- alcune società hanno preferito pagare multe invece di assumere donne idonee. Tuttavia le quote hanno costretto le persone a ripensare alla situazione e questo sta portando a dei progressi.”

euronews: “Acuni osservatori hanno affermato l’uguaglianza di genere nei paesi scandinavi è così avanzata proprio per la loro cultura e per la loro storia.”

Virginija Langbakk: “Non penso che la storia sia il fattore che ha creato questa situazione specifica per i paesi nordici perché hanno dovuto affrontare le stesse sfide, quando alle donne non era permesso di lavorare, votare. Poi c‘è stata la guerra mondiale. Poi le donne hanno preso il sopravvento nel senso che hanno iniziato a lavorare. E’ arrivato il movimento femminista, ma questo c‘è stato anche in altri paesi. Il modo in cui i paesi nordici hanno raggiunto l’uguaglianza di genere è un esempio ora per gli Stati dell’Unione europea, anche se è per il momento parziale.”

UE: il caso di Bulgaria, Spagna, Italia

euronews: “Quali sono le questioni più urgenti e le battaglie che devono ancora essere vinte per arrivare davvero all’uguaglianza di genere nell’Unione europea?”

Virginija Langbakk: “Il settore in cui le disuguaglianze di genere non stanno diminuendo ma stanno aumentando, riguarda la sfera privata dove non c‘è uguaglianza. Mi riferisco alle responsabilità e alla cura per la famiglia e gli anziani. Qui ci sono davvero delle differenze enormi e di genere.Un terzo degli uomini nell’Unione europea passa circa un’ora a casa a fare lavori domestici, ma per il resto non fa nulla. Poi c‘è il fenomeno occupazione perché abbiamo ancora un divario pensionistico, parte del fattore lavoro e non solo; in questo settore persiste un divario retributivo di genere. Infine un altro ambito su cui si deve lavorare molto è la violenza sulle donne o la violenza di genere contro le donne.”

euronews: In chiusura, c‘è una divisione all’interno dell’Europa- Nord, Sud, Est, Ovest – o è un’affermazione semplicistica?”

Virginija Langbakk: “Sì, credo sia un po’ semplicistico dire che c‘è un divario su questo fronte. La Bulgaria è il paese migliore con il maggior numero di donne nelle professioni ICT. La Spagna invece sta facendo molto per combattere la violenza sulle donne: hanno preso molte misure a tal proposito. Sono stati fatti molti progressi. E in Italia c‘è stato un balzo in avanti per quanto riguarda le donne in politica.”

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