La nuova governance dell'euro al vaglio del Brussels Economic Forum

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Un tesoro unico, un ministro dell’economia, e l’emissione di una sorta di Eurobond.

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Un tesoro unico, un ministro dell’economia, e l’emissione di una sorta di Eurobond. Sono alcune delle proposte presentate la settimana scorsa dalla Commissione europea per riformare la governance dell’euro. Se n‘è discusso al Brussels Economic Forum.

Per l’economista Adam Posen, “Sono idee da tecnocrati, che anche se funzionassero non farebbero che prevenire esiti negativi. E alla Commissione, ai tecnocrati, non viene mai riconosciuto il merito di aver prevenuto esiti negativi. C‘è bisogno di idee positive per creare uno slancio politico in sostegno dell’Europa e della zona euro. E tenuto conto delle recenti elezioni, non solo di Macron, e della minaccia esterna che incombe sull’Europa da parte di Stati Uniti, Turchia e Russia, penso che abbiamo un’opportunità”.

La proposta più controversa riguarda i cosiddetti “safe asset”, in pratica Eurobond che non si chiamano così. L’ex premier finlandese Alexander Stubb non li ama ma pensa che prima o poi si riveleranno necessari: “Si tende a esagerare i cambiamenti a breve termine e sottovalutare quelli a lungo termine. Penso che sul lungo termine andremo in quella direzione, ma bisogna cominciare da una situazione di parità. Non possiamo trovarci in una situazione in cui alcuni Stati membri pagano il conto per le colpe di altri Stati membri, e in questo penso che i tedeschi abbiano ragione. Alla fine avremo un qualche sistema di asset comuni, o un sistema di Eurobond, ma non parliamo del 2020, parliamo di dopo il 2025”.

Tedeschi che di “safe asset” o di bond sovrani della zona euro non vogliono sentire parlare, proprio perché somigliano troppo agli Eurobond. Una prospettiva miope secondo l’economista François Bourguignon: “Purtroppo ritengo che sia ora che i tedeschi si rendano conto di quel che è in gioco in Europa di questi tempi. Capisco perfettamente il loro punto di vista, il fatto che non vogliano entrare in un sistema di piena solidarietà e improvvisamente diventare responsabili del debito creato da altri. Ma allo stesso tempo, se non risolviamo il problema del debito nei prossimi anni, questo si rivelerà un fortissimo handicap per tutti i paesi europei, Germania inclusa”.

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