Attentati a Bruxelles, i danni economici saranno noti solo tra mesi

Attentati a Bruxelles, i danni economici saranno noti solo tra mesi
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Euronews ha intervistato Patrick Bontinck, Direttore di VisitBrussels, l’associazione per il turismo di Bruxelles Euronews E’ possibile avere già un

PUBBLICITÀ

Euronews ha intervistato Patrick Bontinck, Direttore di VisitBrussels, l’associazione per il turismo di Bruxelles

Euronews
E’ possibile avere già un impatto degli attacchi della scorsa settimana sulle attività turistiche a Bruxelles?

Patrick Bontinck, Direttore di VisitBrussels.
A seguito degli attacchi del 22 marzo abbiamo ottenuto diversi aggiornamenti da parte di tutte le capitali europee. Un po’ ovunque si sono registrate perdite economiche. Bruxelles è attorno al 50% in meno di entrate, Londra si aggira a meno -30%, Berlino -38% e Parigi -35%. Come si vede non solo Bruxelles, ma un po’ tutte le grandi città stanno risentendo degli attentati. I dati appena presentati si riferiscono alle perdite delle prenotazioni alberghiere.
E’ chiaro che Bruxelles subirà doppiamente l’impatto degli attentati, non soltanto perché si sono tenuti qui, ma anche a causa della chiusura dell’aeroporto. Che anche alla riapertura avrà un margine di funzionalità del 30% rispetto ai ritmi abituali. Anche chi vuole venire a Bruxelles, quindi, si trova davanti a difficoltà oggettive. Al momento restano agevolati soltanto gli spostamenti in treno, ma per chi vuole atterrare a Bruxelles le difficoltà permarranno ancora per settimane”.

Euronews:
Quanto incide il turismo sull’economia di Bruxelles?

Patrick Bontinck:
Nella sua globalità il turismo rappresenta a Bruxelles 50.000 posti di lavoro, e quasi il 10% del PIl. E’ un settore strategico. I rappresentanti della categoria hanno chiesto all’amministrazione cittadina e al Governo Federale misure straordinarie per affrontare la crisi. Tra queste c‘è la disoccupazione d’emergenza, ma sono in corso altre riunioni per cercare di attutire una situazione molto complessa.

Euronews:
E’ preoccupato per la tenuta a breve termine del turismo in città?

Patrick Bontinck:
Ma è difficile dirlo. Credo che ci vorranno almeno dalle 6 settimane ai 3 mesi prima di arrivare a una stima totale. Un po’ come successo già a Parigi.

Euronews:
Sapete già quanti turisti hanno cancellato la loro prenotazione a Bruxelles?

Patrick Bontinck:
Anche questo è molto difficile da dire.
Non sappiamo, infatti, quanti abbiano deciso di annullare la prenotazione a causa della chiusura dell’aeroporto e quanti invece a causa degli attentati.
Non siamo ancora in grado di dare una valutazione complessiva dell’impatto economico degli attentati sul turismo.Bisogna anche capire cosa e quanto cambierà una volta che l’aeroporto avrà ripreso a funzionare.
In questo modo forse sarà più facile rendersi conto dei danni.

Euronews:
A fine novembre avete promosso l’iniziativa “Call Bruxelles”, avete disseminato telefoni pubblici in giro per la città, dai quali i cittadini potevano rispondere rassicurando turisti inquieti. Pensate di procedere a iniziative simili?

Patrick Bontinck:
Attraverso questa iniziativa, promossa con un video, abbiamo voluto dare la parola ai cittadini di Bruxelles e ai turisti di passaggio nella capitale. In modo da spiegargli quale fosse il clima generale in città. Non abbiamo ancora deciso cosa fare in questa situazione. Siamo però convinti della necessità di continuare a investire sulla creazione di relazioni tra cittadini di Bruxelles e turisti perché credo che hanno dimostrato una certa resistenza al terrore. In futuro vogliamo, soprattutto, continuare a insistere sulla comunicazione. Perchè alla fine ciò che rende una città interessante turisticamente sono le persone che la abitano.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Sondaggio Ipsos per Euronews: aiuti all'Ucraina, a favore il 70 per cento degli europei

Il destino dell'Europa è intrecciato a quello dell'Ucraina, dice la leader dei liberali dell'Ue

I Paesi dell'Ue siglano un accordo duro sul grano ucraino: possibili tariffe doganali