L'emigrazione ungherese in crescita

L'emigrazione ungherese in crescita
Di Euronews
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Dall’Ungheria, con una popolazione di circa dieci milioni, centinaia di migliaia di persone si sono spostate all’estero negli ultimi anni. I motivi

Dall’Ungheria, con una popolazione di circa dieci milioni, centinaia di migliaia di persone si sono spostate all’estero negli ultimi anni. I motivi dell’emigrazione ungherese in questa puntata di Reporter.

Siamo andati a Londra, prima destinazione degli ungheresi. Abbiamo incontrato una band rock che canta in ungherese per il proprio pubblico di espatriati.

Zsolt Bálványos: “Ci sono migliaia di gruppi a Londra che cantano in inglese, quindi abbiamo pensato di rivolgerci a un mercato di nicchia. Un mercato di nicchia per esprimerci da professionisti, per essere i soli a competere. Ci sono 100mila, 200mila ungheresi e noi siamo gli unici a suonare canzoni ungheresi per loro”.

Vi raccontiamo anche la storia di Peter, lucidatore di mobili, che a Londra guadagna il quadruplo di quanto avrebbe percepito in Ungheria.
La sua decisione non è stata motivata soltanto da problemi economici. “In realtà in Ungheria vivevamo bene, ma desideravamo un futuro migliore, per noi e soprattutto per i nostri figli. Qui ti lasciano in pace, non ti infastidiscono tanto come in Ungheria, qui non senti un peso gravarti sulle spalle come succede da noi”.

Melinda ha cambiato Paese e anche professione. In Ungheria era attrice, in Regno Unito lavora in una caffetteria. Nonostante abbia abbandonato la sua passione, adesso si sente più serena. “Mi sentivo costantemente in una strada senza uscita, provavo la sensazione che in qualunque direzione andassi non progredivo. Avevo bisogno di un grande cambiamento, non bastava trasferirmi in un’altra città o cambiare lavoro, dovevo fare entrambe le cose allo stesso tempo”.

A Londra molti ungheresi arrivano con l’obiettivo di aprire un’impresa. Visitiamo uno studio odontoiatrico dove lavorano molti ungheresi tra cui Zoltan, il responsabile. I dentisti qui guadagnano più che in Ungheria, i pazienti pagano meno rispetto alla media dei prezzi londinesi, tutti ne traggono vantaggio. “Qui c‘è un forte potere d’acquisto e un’economia solida. Quindi se trovi l’idea giusta, che funziona, probabilmente avrai molte più possibilità qui che altrove, che in Ungheria”.

Peter Petrovics è un altro ungherese incontrato a Londra dalla nostra inviata Andrea Hajagos. Fa politica dall’estero, militando nel gruppo “resistenza creativa” che ha organizzato manifestazioni a Londra, da quando in Ungheria sono cominciate le proteste contro il governo Orban lo scorso ottobre.
Un giorno, dice, potrebbe tornare nel suo Paese e spera di trovarlo rinnovato. Speranza, ma anche un po’ di scetticismo: “Il potere, non importa se siano i socialisti, se sia Fidesz-unione civica o qualsiasi altro a rubare e a fare affari sospetti, è il riflesso della nostra società. Noi siamo loro, quindi la società deve cambiare”.

Andrea Hajagos, euronews: “Non soltanto gli ungheresi che vivono a Londra si occupano di quanto sta accadendo a casa loro. Ma anche chi rimane si interessa al fenomeno crescente dell’esodo ungherese”.

L’argomento è sulla bocca di tutti, nei trasporti pubblici, nelle conversazioni tra amici, sui giornali, nella musica e al teatro. I personaggi dello spettacolo “Illaberek” sono emigrati: un medico, un pittore, una prostituta e una coppia omosessuale.

Gábor Máté, regista: “Questa migrazione massiccia mi sembrava dolorosa, ovunque andassi in qualche modo questo argomento faceva parte della conversazione”.

Per Maté tra i motivi che spingono gli ungheresi a emigrare c‘è il rafforzamento di Jobbik, il partito di estrema destra che ha raccolto il 20% alle elezioni dello scorso anno. “Ci sono persone, e credo sia un fenomeno di massa, che non vogliono restare in un Paese in cui un partito estremista abbia potuto raggiungere una percentuale così alta e sieda in Parlamento, com‘è accaduto”.

L’Ungheria è entrata nell’Unione Europea nel 2004, ma la migrazione massiccia è cominciata soltanto nel 2009. E’ con la crisi economica e l’aumento dei mutui in franco-svizzero dovuto alla svalutazione del fiorino che cominciano le partenze. Sebbene non ci siano cifre definitive, secondo alcune stime tra il 2009 e il 2013 sono emigrati tra i 300mila e i 400mila ungheresi.

Zoltán Kaposi, professore di storia economica e sociale,sostiene che gli ungheresi tradizionalmente non amino molto spostarsi. Kaposi osserva la migrazione da molto vicino, visto che lavora all’università. Vent’anni fa, il 12% dei giovani tra i 14 e i 20 anni voleva recarsi all’estero, ora la percentuale è salita al 32%.

Secondo Zoltán Kaposi le motivazioni principali non sono soltanto economiche. “All’estero hanno la grande opportunità di evitare di sentirsi demoralizzati, di essere trattati come esseri umani, di godere di diritti come la libertà. Puoi farcela all’estero perché non vieni giudicato in base a chi sei e da dove vieni, ma in base alle tue competenze. E qui in Ungheria non è così”.

Londra è la principale destinazione, ma molti ungheresi emigrano anche in Germania e in Austria. Vienna è ad appena tre ore da Budapest. Nella capitale austriaca si comincia con le lezioni di tedesco. Molti ungheresi arrivano senza conoscere una sola parola della lingua locale.

Come Dorottya, venuta a Vienna assieme alla famiglia un anno e mezzo fa. Anche loro pensano che in Ungheria non fosse possibile fare carriera, per lei che possiede due lauree e per lui, imprenditore. “Quando torno in Ungheria vedo molte persone tristi ed esauste. L’ultima volta un’anziana in farmacia è scoppiata a piangere mentre chiedeva delle medicine. Mi si è spezzato il cuore, qui non si vedono queste cose”.

Dall’Ungheria partono soprattutto giovani tra i 20 e i 40 anni, l’80% di chi si sposta, e qualificati.

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