Acquacoltura estensiva: una risorsa per la pesca e per l'ambiente

In collaborazione con The European Commission
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Di Denis Loctier
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Se gestite correttamente alcune forme di acquacoltura possono contribuire al mantenimento e al ripristino della biodiversità e all'assorbimento di nutrienti e materia organica in eccesso dall'ambiente.

Quando si pensa all'acquacoltura la prima cosa che viene in mente è l'immagine di pesci in gabbia e i dubbi associati a questo metodo dal punto di vista ambientale. Ma in tutta l'Unione europea ci sono molte comunità che da secoli praticano una forma tradizionale di acquacoltura che non solo fornisce pesce fresco, ma ha un impatto positivo sull'ambiente, la biodiversità e le comunità locali.

Se gestite correttamente alcune forme di acquacoltura, come l'allevamento di molluschi, la produzione in stagni e zone umide e l'allevamento di alghe e altri invertebrati, possono fornire molti "servizi" all'ecosistema, tra cui il mantenimento e il ripristino della biodiversità e l'assorbimento di nutrienti e materia organica in eccesso dall'ambiente.

Vladimír Žlábek è il direttore del Centro di ricerca per l'Acquacoltura e la Biodiversità della Boemia meridionale, in Repubblica Ceca, dove i pesci vengono allevati in stagni fin dal Medioevo. Questa modalità di allevamento a bassa densità, nota come acquacoltura estensiva, può essere particolarmente preziosa per l'ecosistema locale.

"L'acquacoltura estensiva è un modo di produrre pesce in cui non si ha il pieno controllo del processo - dice Žlábek -. Ci si limita a rilasciare i pesci nell'ambiente e a cercare di utilizzare le risorse disponibili in natura. Ma questi stagni svolgono anche altre funzioni. Non si tratta solo di ospitare i pesci. Per esempio, possono anche prevenire le inondazioni. Trattengono l'acqua quando ne abbiamo a sufficienza e poi la rilasciano nell'ambiente. Inoltre equilibrano il microclima intorno a noi. Forniscono umidità durante le giornate estive calde e afose. Aumentano la biodiversità e forniscono uno spazio vitale a vari organismi che hanno bisogno di acqua e che altrimenti non ci sarebbero".

"I pescatori creano questi stagni, li mantengono e gestiscono l'acqua - continua Žlábek -. I pesci che vi si trovano fanno parte dell'ecosistema, ne abbiamo bisogno. Altrimenti, prima o poi, gli stagni si riempirebbero di fango e piante e li perderemmo. Se i pescatori non se ne prenderanno cura li perderemo, perché nessun altro sarà interessato a mantenerli in buone condizioni. Ma noi non vogliamo questo. Vogliamo che ci sia un equilibrio tra la produzione di pesce e gli altri servizi".

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