Si scioglie il Polo Nord: "Siamo alla fine. Non c'è più nessun posto dove andare"

In collaborazione con The European Commission
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Di Denis Loctier
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Nell'arcipelago delle Svalbard, a soli 1300 chilometri dal Polo Nord, non fa più freddo. Anzi. Longyearbyen è la città che si sta riscaldando più velocemente sulla Terra. Le temperature qui sono aumentate di 4 gradi Celsius negli ultimi 50 anni

Chi vive nell’Artico da qualche anno può vedere letteralmente la terra muoversi sotto i suoi piedi. La regione è quella che più di tutte sta subendo il riscaldamento climatico: nella città di Longyearbyen, nell’arcipelago di Svalbard, a soli 1.300 chilometri dal Polo Nord, le temperature sono aumentate di 4 gradi Celsius negli ultimi 50 anni. A una velocità che non ha pari in tutto il globo terrestre.

“Siamo alla fine”

Il ghiaccio marino si sta sciogliendo a una media di 8.800 chilometri quadrati all'anno, il permafrost si riduce a vista d’occhio. Non solo gli orsi polari, la specie più iconica della regione, sono a rischio estinzione, rappresentando i ghiacci il loro terreno di caccia, ma l’aumento delle temperature degli ultimi anni ha comportato una serie di migrazioni da e verso Svalbard: alcune specie, come la cozza blu, stanno stabilendo nuove popolazioni alle Svalbard, mentre altre, come il merluzzo polare, se ne stanno andando in cerca di acque più fredde.

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I ghiacciai dell'Artico stanno perdendo ghiaccio e si stanno ritirando.Euronews

“Le proiezioni climatiche relative alla regione delle Svalbard indicano un tasso di riscaldamento fino al 2100, tre volte superiore a quello osservato negli ultimi 100 anni. Gli inverni si stanno riscaldando, con impatti significativi sulla biodiversità, sulla struttura e sul funzionamento degli ecosistemi terrestri artici”, si legge in uno studio pubblicato sulla rivista “Global change biology”, che sottolinea gli effetti nefasti sull’ecosistema locale.

Con il cambiamento climatico che mette in pericolo la fauna e le comunità locali, Longyearbyen, meno di 2.500 residenti permanenti e sede dell’ultima centrale elettrica a carbone in Norvegia, si sta preparando a passare completamente alle energie rinnovabili nei prossimi anni. Ma il clima, sempre più estremo, impone un’accelerazione dei tempi. 

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La stazione di ricerca di Ny-Ålesund a Svalbard è l'insediamento umano permanente più a nord del pianetaEuronews

La città ha dovuto costruire barriere di neve e considerare il 10% delle case non sicure dopo che, qualche anno fa, un uomo e una bambina di 2 anni hanno perso la vita a causa di una valanga improvvisa.

"Siamo alla fine. A nord di noi non c'è terra verso cui spostarsi”, racconta a Euronews Kim Holmén, consulente senior dell'Istituto polare norvegese, mentre mostra, appena fuori Longyearbyen, ampie fasce di terreno mutilate dal disgelo del permafrost.

“Non si può più camminare su quest'erba, le renne non possono pascolare. Quindi è un esempio molto evidente di come il mondo stia cambiando a causa del riscaldamento".

Non solo orsi polari

Non è solo la terra a risentire del riscaldamento globale. Negli ultimi 50 anni la regione si è riscaldata tre volte più velocemente rispetto al resto del mondo. L'estensione dei ghiacci marini è diminuita del 43% e le precipitazioni sono aumentate del 24%, con conseguente aumento del deflusso di acqua dolce e della stratificazione superficiale. 

Alfred-Wegener-Institut, Gregory Tran
L'osservatorio AWIPEV è una delle poche stazioni di ricerca atmosferica nell'Alto ArticoAlfred-Wegener-Institut, Gregory Tran

L'aumento della temperatura dell'acqua e la riduzione del ghiaccio marino stanno influenzando l'intera rete alimentare dell'Oceano Artico. Fenomeni da tempo oggetto di studio dei ricercatori del Centro universitario di Svalbard, che stanno lavorando a un progetto finanziato dall'Unione europea che campiona regolarmente l'acqua in diversi fiordi artici.

"Quello che osservo è il fitoplancton, tutto ciò che è piccolo e che non si può vedere con gli occhi”, spiega Cheshtaa Chitkara, ricercatrice in biologia marina artica. “Ma è importante capire che stiamo parlando di una catena alimentare: dal filoplancton si passa ai pesci, alle foche, agli orsi polari.... Quindi, se la base stessa si blocca, ovviamente anche le cose in alto inizieranno a cambiare".

Dalla terra all’atmosfera: i danni dell’inquinamento nella regione artica

L'aspetto incontaminato della regione artica è in gran parte un'illusione.

Anche se la qualità dell’aria è migliorata dal 1990, come conseguenza delle misure adottate dall’Unione europea per combattere l’inquinamento atmosferico, i livelli di metano, secondo i dati raccoldi dall’”Arctic monitoring and assessmente programme” (Amap), sono più che raddoppiati dall’era pre industriale, con un aumento progressivo dal 2007.

"Stiamo assistendo all'aumento di nuovi inquinanti emergenti, come i perfluorati presenti nelle padelle antiaderenti, in alcune schiume antincendio, negli indumenti impermeabili...", spiega Olivier Chastel, direttore di ricerca, CNRS/Università di La Rochelle. 

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Un orso polare che cammina vicino alla stazione di ricerca di Ny-ÅlesundEuronews

Le tossine industriali possono del resto influenzare lo sviluppo e la riproduzione degli uccelli marini e di altra fauna artica. "Troviamo alti livelli di contaminanti anche nelle orche, nelle foche, ecc. Quindi sì, è così: l'intera catena alimentare artica è contaminata da questi inquinanti", prosegue Chastel, che studia l’impatto dell’inquinamento nella regione artica nei pressi di Ny-Ålesund, l'insediamento umano più settentrionale della Terra. 

I danni alla regione artica monito per l'intero pianeta

Famoso punto di partenza di storiche spedizioni polari, oggi Ny-Ålesund è una stazione di ricerca aperta tutto l'anno che rappresenta 18 istituzioni scientifiche di vari Paesi. Tra queste, anche l’Awipev, struttura di ricerca congiunta dell'Istituto tedesco Alfred Wegener per la ricerca polare e marina (Awi) e dell'Istituto polare francese Paul Emile Victor (Ipev). 

Gli studiosi dell’istituto eseguono misurazioni a lungo termine e assistono i ricercatori in visita che possono beneficiare dei programmi di finanziamento dell'UEeper lavorare nell'Artico.

Oltre a migliorare i modelli meteorologici, lo studio dell'atmosfera artica aiuta gli scienziati a capire perché la regione polare si sta riscaldando quasi tre volte più velocemente rispetto al resto del pianeta. L'Osservatorio dell'Atmosfera Awipev dispone di una gamma completa di strumenti sofisticati, come i lidar che rilevano minuscole particelle e goccioline di aerosol nell'aria. 

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Ricercatori europei studiano le popolazioni di uccelli marini a Ny-Ålesund, a SvalbardEuronews

"Quando il lidar è in funzione ed è buio, si vede un impulso verde che sale nel cielo da Ny-Ålesund. È letteralmente un'attrazione nei periodi invernali...”, spiega Fieke Rader, ingegnera dell'osservatorio Awipev.

Alcune di queste misurazioni possono far luce su quella che è stata definita la più grande sfida della scienza del clima: comprendere il ruolo delle nuvole nel riscaldamento climatico. Questa è l'area di ricerca della dottoressa Susanne Crewell, docente di meteorologia all'Università di Colonia: "Ny-Ålesund è un luogo molto speciale nell'Artico. È uno dei pochissimi siti di misurazione in cui abbiamo energia, elettricità per far funzionare i nostri strumenti, che abbiamo sul tetto, e dove possiamo effettuare misurazioni a lungo termine dell'interno delle nuvole."

Nuovi strumenti, tecnologie e metodi di analisi. A prescindere dall’area di ricerca, una cosa è certa, e Isabelle Schulz capo base dell'Awipev. ci tiene a sottolinearla: “Tutto ciò che sta accadendo qui influenzerà prima o poi il clima davanti alla porta di casa”.

Così la regione artica può essere cartina di tornasole, anticipazione e, si spera, monito, dei danni che ilcambiamento climatico e il riscaldamento globale possono causare all’intero pianeta.

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