Una migliore pianificazione urbana per una vita più sana

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Diritti d'autore Ignacio Brosa
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Di Marthe de Ferrer
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L'inattività uccide milioni di persone nel mondo, ma ripensando le città la tendenza potrebbe invertirsi.

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Se prima della pandemia qualcuno vi avesse chiesto che cosa vi facesse venire in mente l'espressione "salute pubblica", avreste probabilmente pensato a iniziative come in vaccino antinfluenzale, campagne per una sana alimentazione e manifesti contro i pericoli del fumo. Probabilmente non vi sarebbe venuta in mente la pianificazione urbana, eppure, se vogliamo veramente combattere una delle peggiori crisi sanitarie della storia, è ormai tempo di pensarci. 

L'inattività è attualmente la quarta causa di morte al mondo. È un problema spesso confuso con la pigrizia e le scelte personali, ma in realtà la questione è geografica, sistemica e integrata nella struttura della vita moderna.

Insomma: se vogliamo "riparare" questo mondo sempre più sedentario, dobbiamo ridisegnarlo.

Peter Walker, corrispondente politico appassionato di ciclismo, dedica un capitolo del suo ultimo libro proprio a questo problema. The Miracle Pill: Why a sedentary world is getting it all wrong è una lettura rivelatrice, che affronta il problema dell'inattività globale e suggerisce soluzioni.

Attualmente, 1,5 miliardi di persone in tutto il mondo sono inattive al punto da rischiare la loro salute fisica a lungo termine. Ogni anno circa 5,3 milioni di persone muoiono per cause legate a una vita inattiva. L'80 per cento dei bambini britannici si muove così poco che di fronte a sé si delinea un futuro con sistemi cardiovascolari poco sviluppati, ossa deboli e malattie croniche.

Queste sono solo tre delle molte statistiche che Walker presenta ed esplora nel suo libro. Dove però viene anche ripetutamente chiarito che i modelli possono essere invertiti, la salute può essere migliorata e non è mai troppo tardi per iniziare a muoversi.

Soprattutto, Walker non attribuisce mai la colpa di questa crisi di salute pubblica agli individui. Non siamo tutti diventati collettivamente pigri su scala catastrofica e globale: il problema è molto più grande e più strutturale.

La relazione fra pianificazione urbana e inattività

Risolvere questa crisi della sedentarietà richiede, in parte, di ripensare il modo di progettare le città. "Abbiamo progettato il mondo in modo tale che in molti posti guidare sia più o meno l'unica cosa che puoi fare", ci dice Walker.

Gli esperti con cui ha parlato Walker spiegano che il declino dei livelli di attività è dovuto al fatto che abbiamo sistematicamente rimosso la necessità di "movimenti accidentali" dalle nostre vite. Il movimento accidentale è l'attività che avviene naturalmente durante la giornata. Non esercizio mirato, ma cose come andare a piedi a fare la spesa o andare in bicicletta al lavoro.

Poiché lavoriamo sempre più in ufficio, andiamo al supermercato in auto, e in questo periodo è stato anche abolito il pendolarismo, è sempre più facile essere inattivi per la maggior parte della giornata. È interessante notare, tuttavia, che i livelli di attività tendono ad essere migliori nelle città. "Ci sono più persone che preferiscono camminare anche solo per 10 minuti per andare a prendere un autobus o un treno, piuttosto che andare direttamente in macchina devono andare", spiega Walker. Perché "Se vivi in un piccolo villaggio e il negozio più vicino è a due o tre chilometri di distanza e non c'è nemmeno un marciapiede per arrivarci, spesso l'unica opzione sicura è guidare ".

L'esempio che fa è quello dei Paesi Bassi, dove le piste ciclabili si trovano non solo nelle aree urbane, ma anche in quelle rurali, e "Questo - sostiene - è il tipo di cose cui dobbiamo pensare, per consentire alle persone di muoversi".

Ma per questo tipo di cambiamenti, aggiunge Walker, è necessario involvere i governi, quelli nazionali.

La pandemia potrebbe aver contribuito a cambiare le prospettive. Quasi un anno fa, quando gran parte dell'Europa è entrata nella prima ondata di lockdown, in molti paesi è stata concessa un'ora fuori casa. E i parchi si sono riempiti di jogger, gente che faceva camminata veloce, altri che saltavano o sollevavano pesi, osserva Walker nell'introduzione del suo libro. Improvvisamente, con il cielo azzurro, lo smog scomparso, l'aria più pulita, in molti hanno approfittato della situazione e dell'assenza di traffico.

Una rivoluzione dietro l'angolo

Per questa ragione secondo Walker la rivoluzione potrebbe essere dietro l'angolo. Benché sia chiaro che avremmo dovuto iniziare decenni fa, "le cose potrebbero cambiare molto, molto rapidamente".

L'autore usa un'analogia dal suo primo libro, How Cycling Can Change the World, su come le biciclette fossero la presenza dominante sulle strade nella Gran Bretagna del 1890. "Nel giro di 20 anni i ciclisti sono praticamente scomparsi. Le auto hanno preso il sopravvento e nessuno se lo aspettava - spiega -. Queste rivoluzioni accadono, e non sono necessariamente come te le aspettavi. Ma le cose possono cambiare molto in fretta".

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