I peni umani si stanno restringendo a causa dell'inquinamento, lo dice uno studio

Può sembrare uno scherzo, ma questa ricerca dimostra fino a che punto stiamo danneggiando la nostra salute riproduttiva.
Può sembrare uno scherzo, ma questa ricerca dimostra fino a che punto stiamo danneggiando la nostra salute riproduttiva. Diritti d'autore Euronews
Di Marthe de Ferrer
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"Le sostanze chimiche presenti nel nostro ambiente, associate alle pratiche di vita malsane del nostro mondo moderno, stanno sconvolgendo il nostro equilibrio ormonale, causando vari gradi di caos riproduttivo", si legge in una nuova ricerca.

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Nel caso in cui aveste bisogno dell'ennesimo motivo per iniziare a preoccuparvi per la crisi climatica, eccolo qui: l'inquinamento fa rimpicciolire i peni umani. 

A sostenerlo è un'importante epidemiologa ambientale in un libro in cui esamina la relazione tra sostanze chimiche industriali e lunghezza del pene. 

Il volume della dottoressa Shanna Swan, Count Down, dimostra come nel mondo in cui viviamo sia in atto un'alterazione dello sviluppo riproduttivo umano che minaccia il futuro della nostra specie.

L'inquinamento sta causando un aumento dei tassi di disfunzione erettile, un declino della fertilità e un aumento del numero di bambini che nascono con un pene di dimensioni ridotte. 

Può sembrare uno scherzo, ma la ricerca è serissima e senza appello.

"In alcune parti del mondo, la media della fertilità delle 20enni è minore rispetto a quando le loro nonne avevano 35 anni", scrive la dottoressa Swan. 

Nel suo libro si riferisce a questa situazione usando l'espressione: "crisi esistenziale globale".

"Le sostanze chimiche presenti nel nostro ambiente, associate alle pratiche di vita malsane del nostro mondo moderno, stanno sconvolgendo il nostro equilibrio ormonale, causando vari gradi di caos riproduttivo".

Secondo quanto scritto nello studio, gli esseri umani soddisfano tre dei cinque criteri possibili della definizione di specie a rischio. "Ne basta uno, ma allo stato attuale la specie umana ne soddisfa addirittura tre", sottolinea Swan.

In che modo l'inquinamento può causare problemi di fertilità?

Secondo la ricerca della dottoressa Swan, la causa dei problemi va ricercata negli ftalati, sostanze chimiche usate nella fabbricazione della plastica che possono influenzare il modo in cui viene prodotto l'ormone endocrino.

Questo gruppo di sostanze chimiche viene usato per aumentare la flessibilità di una sostanza. Si possono trovare nei giocattoli, in imballaggi alimentari, detergenti, cosmetici e molti altri prodotti. 

Il problema è che secondo Swan stanno danneggiando radicalmente lo sviluppo umano. "I bambini vengono al mondo già contaminati dalle sostanze che assorbono nell'utero", scrive. 

La studiosa si è inizialmente concentrata sugli effetti degli ftalati studiando una sindrome riscontrata nei ratti da laboratorio. 

Tuttavia, dal 2000 è diventato possibile misurare bassi livelli di ftalati negli esseri umani.

Da allora, la dottoressa Swan ha scritto diversi articoli su come queste sostanze chimiche possano trasmettersi da genitori ai propri figli, avere impatto sul desiderio sessuale femminile e sulla lunghezza del pene.

Uno dei suoi studi più famosi, uscito nel 2017, esamina la correlazione tra il numero di spermatozoi e l'inquinamento negli ultimi 40 anni. Prende in considerazione altre 185 ricerche che hanno coinvolto quasi 45mila uomini sani. 

La conclusione è _tranchant: _il numero di spermatozoi tra gli uomini dei paesi occidentali è sceso del 59% tra il 1973 e il 2011.

Ma c'è una buona notizia

Dalla creazione dell'Agenzia europea dell'ambiente, i cittadini europei sono esposti ad un livello di inquinamento da particolato inferiore del 41% rispetto a due decenni fa. Si ritiene che i regolamenti europei abbiano permessi di guadagnare nove mesi di vita in più, in media. 

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"Una richiesta di cambiamento da parte dei cittadini, e conseguenti politiche forti in materia, hanno aiutato a ripulire l'aria in alcune parti d'Europa in passato. Si può continuare su questa strada, così da assicurarci che l'elevato livello di inquinamento odierno non diventi il nostro destino futuro", afferma Michael Greenstone, direttore dell'Energy Policy Institute dell'Università di Chicago.

Quindi sì, c'è ancora speranza per il futuro dell'umanità e per la fertilità della specie. Basta attuare efficaci misure di riduzione dell'inquinamento.

Articolo originariamente pubblicato da Euronews Living.

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