Il paradosso del merluzzo: vietare la pesca... per salvare la pesca

In collaborazione con The European Commission
Baltic cod
Baltic cod Diritti d'autore euronews
Diritti d'autore euronews
Di Denis Loctier
Condividi questo articolo
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

I pescatori del Baltico soffrono del divieto di pesca del merluzzo bianco deciso dall'Ue. Ma le restrizioni sono necessarie, dicono gli scienziati, o non ci sarà più stock. Eppure le catture di merluzzo sono crollate dagli anni '80...

La pandemia non è l'unico problema dei pescatori polacchi. Da mesi le loro navi sono ferme in porto a causa del divieto di pesca del merluzzo bianco. Il settore teme per il futuro. Ma gli scienziati sostengono che le restrizioni sono necessarie per scongiurare il collasso degli stock di merluzzo in diversi mari europei. Eppure le catture sono calate drasticamente dagli anni '80.  Che cos'è successo al pesce bianco più popolare d'Europa?

Divieto di pesca

Negli ultimi mesi i pescherecci di città baltiche come Kołobrzeg , in Polonia, sono dovuti restare in porto. L'Unione europea ha vietato la pesca del merluzzo bianco del Baltico orientale per evitare il collasso degli stock.

Una decisione che ha avuto un impatto immediato su pescatori come Tomasz Wójtowicz, tornato di recente in Polonia, dopo sette anni passati in Norvegia, con la speranza di lanciare la sua attività in patria. "Il mio peschereccio, tutte le attrezzature, le infrastrutture, l'intero budget che avevamo, tutto era destinato alla pesca al merluzzo - lamenta -. Ora è cambiato tutto: non possiamo più pescare e non è chiaro quando potremo farlo di nuovo o che cosa faremo invece di pescare merluzzo".

Non solo merluzzo: l'impatto sul resto del settore

Fino a settembre era vietato anche catturare merluzzo per sbaglio, quindi non sono potute uscire nemmeno le navi destinate alla pesca di altre specie baltiche come ad esempio le aringhe.

I pescatori locali sostengono di non aver avuto tempo per prepararsi: l'informazione - dicono - è passata solo due giorni prima che le restrizioni entrassero in vigore, ai primi di giugno.

"È stata una pugnalata alla schiena - denuncia Marcin Mojsiewicz, presidente dell'Organizzazione di produttori di pesce del Baltico -. Quest'anno ci siamo persi la stagione migliore per le aringhe. I mesi più importanti per la pesca sono maggio, giugno e luglio, e per la maggior parte di quel periodo siamo dovuti restare in porto a causa delle misure per la protezione del merluzzo bianco. Potremo pescare aringhe per il resto dell'anno, ma saremo in perdita per via dei volumi inferiori delle catture".

Il merluzzo è il pesce bianco più diffuso in Europa e la specie locale più pregiata. Abbiamo visitato una fabbrica, costruita con il sostegno dell'Unione europea, che ne trasformava 1.500 tonnellate all'anno. Oggi è costretta a importare merluzzo bianco dalla Norvegia e opera a una frazione delle sue capacità. Questo fatto, combinato agli effetti del Covid-19, ha portato al licenziamento di quasi la metà dei dipendenti, passati da 75 a 43. Bartłomiej Gościniak, presidente dell'Associazione dei pescatori di Kołobrzeg teme che "Quando le cose torneranno alla normalità non avremo più dipendenti in grado di lavorare il merluzzo del Baltico. Con le catene di distribuzione interrotte, non saremo in grado di vendere il nostro prodotto. I piccoli cantieri navali che servono l'intera flotta dei pescherecci saranno chiusi e avremo difficoltà a riparare le reti, perché tutti i produttori di reti saranno spariti. Quindi anche qui, nel nostro mercato locale, invece del merluzzo del Baltico avremo solo merluzzo dell'Atlantico".

Qui troviamo anche un piccolo cantiere navale dove in passato veniva costruito ogni anno un nuovo peschereccio. Oggi l'hangar è vuoto. Dopo aver saputo del divieto di pesca diversi clienti hanno annullato i loro ordini. I proprietari del cantiere si considerano parte del settore della pesca, e si sentono abbandonati dal governo che non ha previsto compensazioni per le loro perdite. Uno di loro, Marek Cieślak, non usa mezze parole: "Sono semplicemente disgustato da tutta questa situazione, perché il nostro è un cantiere esclusivamente dedicato alla pesca, il 100 per cento della nostra attività consiste in servizi per i pescatori. Ma siamo stati privati di qualunque tipo di aiuto. E poiché siamo un piccolo gruppo e non una grossa comunità, non riusciamo a far sentire la nostra voce".

I turisti, molti dei quali provenienti dalla vicina Germania, affollano ancora le spiagge di sabbia bianca di Kołobrzeg. Ma anche il turismo risente del divieto, che include la pesca ricreativa, oltre che commerciale, del merluzzo del Baltico orientale.

Il giallo del merluzzo scomparso

Le restrizioni sono state decise sulla base di pareri scientifici del Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare, una rete composta da quasi 6 mila scienziati di oltre 700 istituti marini in 20 paesi. Secondo i loro dati, le catture di merluzzo bianco del Baltico orientale sono crollate dagli anni '80, e per anni sono rimaste entro i limiti scientificamente consigliati. Allora, se non c'è un eccesso di pesca, gli scienziati come spiegano le deplorevoli condizioni in cui versano le popolazioni di merluzzo nel Baltico e in diversi altri mari europei? Ci sta sfuggendo il quadro generale?

La scienza ci dice che è urgente ricostituire gli stock di merluzzo del Baltico orientale prima che l'estinzione della specie abbia un impatto ancora maggiore sulla salute del mare e sulla pesca. Ma a uccidere il merluzzo oggi sembrano essere principalmente fattori ambientali.

In un recente studio sull'età e la crescita del merluzzo sono stati marcati e poi rilasciati decine di migliaia di esemplari. Gli scienziati ne hanno poi recuperati molti meno del previsto: una quantità sorprendente di pesci è morta per cause naturali, spiega la ricercatrice Karin Hüssy: "Purtroppo è risultato che la mortalità fosse terribilmente elevata. Su un totale di 26 mila pesci ne abbiamo recuperati 400. Abbiamo così potuto calcolare che la mortalità naturale, non correlata alla pesca, è da tre a quattro volte superiore alla mortalità dovuta alla pesca".

I ricercatori dell'Istituto nazionale delle risorse acquatiche in Danimarca dicono che non c'è una spiegazione consensuale del fenomeno. Sembrano essere in gioco diversi fattori: la scarsità d'ossigeno a causa dell'inquinamento; il riscaldamento del mare, che probabilmente spinge il merluzzo più a nord; e le foche grigie, che predano il merluzzo e diffondono parassiti del fegato che influiscono sulla salute dei pesci.

"La natura è contro il merluzzo"

Stefan Neuenfeldt, ricercatore capo della sezione di ecologia marina e oceanografia dell'Istituto nazionale delle risorse acquatiche, non ha dubbi almeno su un punto: "Fondamentalmente, la natura al momento è contro il merluzzo. E non vedo possibili cambiamenti nei prossimi dieci anni. Non è una buona notizia per i pescatori che ci vivono. Tutto quel che possiamo fare è preservare il merluzzo e i luoghi dove la natura gli è favorevole. E poi possiamo vedere, se le condizioni migliorano, che da queste aree preservate parta la ricolonizzazione delle aree finora sostanzialmente inabitabili per il merluzzo perché troppo calde o perché non c'è abbastanza ossigeno".

Ma l'unico fattore effettivamente controllabile è la pesca. Per questa ragione gli scienziati consigliano di proseguire con le restrizioni, inclusa un'ulteriore riduzione del 70 per cento delle catture accessorie consentite per il prossimo anno.

Nel frattempo, il raffinamento di metodi e modelli di valutazione dovrebbe permettere di spiegare le dinamiche allarmanti riguardanti l'età e le dimensioni che preoccupano Marie Storr-Poulsen, a capo della sezione per il monitoraggio e i dati dell'Istituto danese: "Si stanno rimpicciolendo. E la nostra maggiore preoccupazione è che al momento della maturità, quando si riproducono, hanno dimensioni sempre più piccole rispetto a quello che vedevamo all'inizio degli anni '90. In base alle dimensioni del merluzzo, ci aspetteremmo che fosse molto più giovane, ma in realtà constatiamo che i merluzzi al di sopra dei 30, 35 centimetri crescono circa il 50 per cento meno che in passato".

Se da una parte gli ambientalisti chiedono misure ancora più restrittive, dall'altra il settore della pesca critica il divieto. E i pescatori devono trovare soluzioni a volte difficili, confessa Tomasz: "Se la situazione non cambia, sarò costretto a licenziare tutto il mio equipaggio. E per pagare il prestito per la barca, dovrò tornare in Norvegia per continuare a pescare merluzzo".

Journalist • Selene Verri

Condividi questo articolo

Notizie correlate

La "migrazione" dei pesci provocata dai cambiamenti climatici

Pesce più caro, ma di qualità: la strategia dei produttori per sopravvivere alla crisi

Brexit, quella manciata di pescatori belgi che non temono un no-deal