Apprezzato cineasta, in concorso a Venezia nel 2021 con "Reflection", ora Valentyn Vasyanovych sta riprendendo per le strade di Kiev pezzi di vita (e di storie personali), sotto i missili. russi sulla sua Ucraina. "Ma non è per fare un film. Questo non è un film, purtroppo", dice
Sono immagini girate qualche giorno fa in Ucraina, a Irpin, vicino a Kiev, dal regista Valentyn Vasyanovych e pubblicate sul Facebook del suo produttore Vladimir "Volodya" Yatsenko.
La vita quotidiana, per così dire, degli ucraini: le bombe che cadono, la gente che fugge, i soldati che aiutano...
Il regista e i suoi collaboratori hanno portato in salvo le loro famiglie prima di tornare a casa, a Kiev, e continuare a svolgere il loro lavoro.
"Vivo tra Kiev e una casa residenziale fuori della capitale", spiega Valentyn Vasyanovych, in collegamento video.
"Spesso, io, Volodya e gli altri ragazzi usciamo in auto, facendo attenzione, e filmiamo quello che accade, semplicemente immortalando gli eventi, non per usarli in qualche film, ma perché la gente possa poi utilizzarli come pezzi della loro storia, come testimonianza e ricordo di quanto sta accadendo. Questo non è un film."
Nei suoi film precedenti, come in "Reflection" (titolo originale: "Vidblysk"), presente nella selezione ufficiale a Venezia lo scorso anno, il regista aveva raccontato l'invasione russa nel Donbass e un altro film, "Atlantis", è ambientato nell'Ucraina del 2025, un futuro nemmeno così lontano.
In ogni caso, stavolta la realtà ha superato la finzione.
Racconta Valentyn Vasyanovych:
"Va cosi: la mattina ho un tipo di emozioni, la sera un altro tipo. Quando c'è il sole e il cielo è blu mi sento pieno di speranza e ottimismo, credo nella vittoria. Ma la sera tutto si accumula, le notizie non sono sempre buone. Ci sono molti rapporti che dicono che le nostre forze armate stanno vincendo e conservando il territorio. Ma ci sono anche notizie che ti distruggono il morale: un gran numero di vittime tra i civili, bambini e donne. Le notizie che arrivano da Mariupol, Kharkiv, Bucha, Irpin e altre città...".
Come in un diario, Valentyn Vasyanovych e i suoi collaboratori filmano, giorno per giorno, scene che sembrano uscite da un film catastrofico.
Senza filtro e senza messa in scena, solo la realtà.
Ma questo non è un film.