Come comunicare correttamente la disabilità? “Le parole giuste – Media e persone con disabilità"

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“Le parole giuste – Media e persone con disabilità” è realizzata da Intesa Sanpaolo e pensata per chi vuole scrivere di questi argomenti con correttezza e rispetto

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Parlarne non è facile, eppure dovrebbe esserlo. È una questione di approccio. 

Forse basterebbe pensare con "normalità" a ciò che ci appare meno "normale".  

Rappresentano il 15% della popolazione mondiale, circa un miliardo, e quotidianamente affrontano discriminazioni ed ostacoli che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale.

Per le persone con disabilità, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha proclamato nel 1981 la Giornata internazionale, celebrata ogni anno il 3 dicembre, allo scopo di promuoverne diritti e benessere.

Ma come comunicare correttamente la disabilità? In quest'ottica nasce un glossario, “Le parole giuste – Media e persone con disabilità”, costruito partendo dalle linee guida messe a punto dall’Arizona State University.

La guida, realizzata da Intesa Sanpaolo e pensata per chi vuole scrivere di questi argomenti con correttezza e rispetto, è composta da quattro sezioni:

- linee guida per affrontare correttamente il tema della disabilità e imparare a comprendere il modo in cui la persona preferisce essere rappresentata;

- principali concetti e parole chiave legati al mondo della disabilità;

- lessico giusto da utilizzare per parlare di disabilità;

- alcune diagnosi che possono determinare una condizione di disabilità, in chiave di Convenzione ONU.

Ted S. Warren/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
AP PhotoTed S. Warren/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.

La guida, che ha ricevuto il suggello della presidenza del Consiglio dei Ministri, riporta l’attenzione sulla persona più che sulla sua condizione, favorendo la massima diffusione dei temi della disabilità nella comunicazione.

Erika Stefani, ministro per le Disabilità, commenta: “Tutte le istituzioni, le aziende e le realtà pubbliche e private devono lavorare insieme per promuovere la cultura dell'inclusione. 

L'utilizzo di un lessico corretto, quando ci si riferisce ad un mondo complesso come questo, è una delle condizioni necessarie per garantire il rispetto dei diritti delle persone con disabilità e favorire la crescita verso una società più inclusiva”.

“Il glossario nasce dall'esigenza di utilizzare la corretta terminologia quando comunichiamo le nostre iniziative a favore delle persone con disabilità - afferma invece Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo - abbiamo approfondito la questione e il risultato è qualcosa in più di un glossario, una vera e propria guida che desideriamo mettere a disposizione dei giornalisti e di chi si occupa di comunicazione. 

Parlare di disabilità nei giusti modi attiene al rispetto dei diritti e a quella sensibilità dovuta a ogni persona, indipendentemente dalle sue caratteristiche”.

L'iniziativa si inquadra anche nella strategia europea 2010-2020 sulle disabilità

Le linee guida

1. Chiedere sempre alla persona con disabilità di esprimere il suo personale punto di vista sui fatti, anche quando questi siano rappresentati da persone terze.

2. Citare la condizione di disabilità di una persona solo quando è effettivamente rilevante per la narrazione dei fatti e, ove sia citata, utilizzare comunque un corretto linguaggio che ponga sempre in primo piano la persona (es. “persona con sindrome di Down”, “persona priva della vista”).

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3. Evitare neologismi quali “diversamente abile”, “diversabile”, “disabile”, “persona affetta da disabilità”, “persona con handicap” e altri vocaboli similari, sostituendoli sempre con la locuzione “persona con disabilità”.

4. Se nella citazione diretta è presente un termine dispregiativo o inappropriato (es. si pone l’accento sulla malattia), è opportuno non riportarlo.

5. Quando si necessita di un supporto o si hanno dubbi su aspetti di carattere generale è possibile chiedere l’aiuto alle federazioni o alle organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità.

6. Vanno evitate sia le narrazioni che vedono la persona con disabilità descritta come “vittima”, sia come “eroe”: la cosa migliore rimane raccontare la “normalità” dell’individuo.

7. Evitare di modificare forzatamente il discorso quando si parla con una persona con disabilità, in quanto sarebbe discriminatorio.

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8. Se un termine può discriminare, non importa chi lo utilizzi, non va usato.

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