Bigger than Us, un viaggio nell'attivismo delle giovani generazioni

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Di Frédéric Ponsard
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Dopo Cannes il film di Flore Vasseur prodotto da Marion Cotillard sbarca a Lione: "Mi faccio sempre domande sull'impatto che abbiamo sulle generazioni future", dice l'attrice.

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Dopo Cannes, Bigger than Us di Flore Vasseur, prodotto da Marion Cotillard, sbarca a Lione: "Mi faccio sempre domande sull'impatto che abbiamo sulle generazioni future", dice l'attrice.

Giovani che lottano per un futuro migliore

Dopo essere stato proiettato all'ultima edizione del Festival di Cannes nell'ambito della selezione effimera Cinema per il clima, Bigger than Us è arrivato a Lione per un'eccezionale anteprima all'Istituto Lumière.

Il film è stato scritto e diretto da Flore Vasseur, scrittrice e giornalista, e prodotto da Marion Cotillard, da tempo impegnata in cause ambientali e sociali.

Bigger than Us è un giro del mondo in sette ritratti di giovani uomini e donne, spesso poco più che bambini, che lottano per un futuro migliore, nonostante gli innumerevoli ostacoli.

Cotillard ci ha spiegato quali sono state le sue motivazioni per sostenere un progetto di questo tipo: "Mi faccio sempre domande sull'impatto che abbiamo sulle generazioni future, tra cui: che cos'è una generazione futura? Siamo in grado di vedere quel che accadrà tra cento o mille anni? L'impatto che abbiamo noi impedirà loro di vivere in quel lontano futuro?"

L'incontro con le giovani generazioni

Flore Vasseur ha una lunga storia come attivista e regista di documentari, fra cui un film su Edward Snowden. Ma a spingerla sono state anche le domande del figlio di 6 anni e l'incontro con la giovane Melati, in lotta contro l'invasione di sacchetti di plastica sulle spiagge dell'isola di Bali.

"Mi sono sempre interessata all'attivismo degli adulti - dice Vasseur - ma mai a quello che significava per i bambini e per questa generazione. Quindi il primo motore è una risposta per mio figlio, che mi porta nel giro di ventiquattr'ore sulle tracce di Melati, che incontro nel 2016, e che a 16 anni è attivista già da quattro anni, e si trova schiacciata sotto un'enorme pressione, non lontana dal burn-out, e allora mi dico: se voglio che resista, deve entrare in contatto con persone come lei".

Melati serve da fil rouge del film e da guida per lo spettatore in questo viaggio intorno al mondo. Patriarcato, capitalismo, suprematismo bianco appaiono come i flagelli più diffusi, portatori dei mali più profondi.

Un legame fra donne

Le iniziative dei giovani non appaiono come atti isolati, c'è una vera coscienza generazionale.

E spesso, osserva la regista, sono le donne a essere protagoniste: "Non ho fatto distinzioni tra uomini e donne, mi sono interessata alle persone coraggiose impegnate in questi movimenti, ecologia, istruzione delle ragazze, libertà d'espressione, eccetera. E ci sono moltissime donne in prima linea".

C'è chi parla di una "sorellanza" tra Flore Vasseur e Marion Cotillard. Ma per l'attrice non si tratta di mettere uomini e donne in opposizione, ma di riconoscere le lotte per cui vale la pena combattere: "Capita che lei sia una donna e capita che io sia una donna. Effettivamente c'è un legame con la vita - ammette Cotillard -, ma c'è anche un legame nella subordinazione, e la subordinazione delle donne in questo mondo fa sentir loro il bisogno di alzarsi in piedi, di difendersi, di battersi, e di chiedere giustizia".

In ogni caso, per Vasseur una cosa è certa: "Quest'ondata sarà perenne, al punto da trascinare tutti con sé".

Un film impegnato e militante che chiuderà il prossimo Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian.

Bigger than Us uscirà nelle sale europee quest'autunno.

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