L'Aida senza stereotipi all'Opéra Bastille di Parigi

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Di Andrea BuringEuronews
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Verdi, l'opera che mette insieme il trionfo e il dramma intimo attraverso lo sguardo critico della regista de Beer

Gelosia, tradimento e amore fino alla morte: questa è l'opera di Verdi, Aida. Attualmente è in scena Opéra Bastille di Parigi in una produzione con il soprano Sondra Radvanovsky che interpreta il tragico ruolo del titolo e con il tenore Jonas Kaufmann come suo amante.

L'Aida, come un quadro

Alcune sono magnifiche come un dipinto. Celebri per i loro molteplici strati di toni e stati d'animo sono soprattutto le opere di Verdi, come quella, famosissima, che canta le vicende della schiava etiope Aida. Ma oltre alla marcia trionfale e ai grandi cori, la storia sviluppa una tragedia.

Si tratta di inganno, gelosia, amore respinto e atti irrazionali di giovani che si lasciano trasportare dai loro sentimenti
Jonas Kaufmann, tenore

Nella lettura del direttore d’orchestra pesarese, Michele Mariotti, Aida è soprattutto un dramma intimo, ancor prima che politico e trionfale, nel quale due donne sono innamorate dello stesso uomo. Dell'opera Mariotti mette a fuoco in particolare i sentimenti più nascosti dei personaggi e la ricchezza delle sfumature che ci offre la partitura di Verdi.

La liberazione dagli stereotipi

Niente più piramidi, faraoni o elefanti, dunque. Per la produzione alla Bastille di Parigi, la regista olandese Lotte de Beer ha voluto lasciarsi alle spalle tutti gli stereotipi e proporre uno sguardo critico sulla rappresentazione dei popoli colonizzati, che l'Europa si è data.

Spiega il baritono Ludovic Tézier: "L'opera parte da una sorta di 'distorsione' presente nel XIX secolo: la realtà di un'Europa che aveva potenze occidentali estremamente dominanti e quella delle persone che stavano per essere colonizzate. E quindi c'erano incrinature e tensioni tra le due componenti. ”

In scena, i personaggi di Aida e Amonasro (suo padre) sono rappresentati da grandi marionette animate dagli interpreti: "Nello spettacolo si muovono proprio come i nostri alter ego - dice Tézier - come sosia che sono allo stesso tempo spaventosi, affascinanti e commoventi per il fatto che sono incapaci di essere veramente vivi."

Per me, uno dei grandi miracoli di quest'opera è quello di apparire immensa come un peplum, un film di cappa e spada di Hollywood, ma allo stesso tempo contenere momenti molto intimi, ricchi di suspense e psicologici quasi come in un film di Bergman
Ludovic Tézier, baritono

La soprano Sondra Radvanovsky mette l'accento sulla possibilità che un tale espediente ha dato agli interpreti: "È come se fossi un narratore che racconta la storia e la guarda come in terza persona".

L'epica dell'Aida

Un dramma come un film epico. Con un finale in cui l'eroe viene murato in una piramide per tradimento. Aida segue il suo amante fino alla morte. 

Il tenore Jonas Kaufmann riporta tutto in musica: "Il  momento in cui entrambi hanno visioni probabilmente dovute alla mancanza di ossigeno, in cui il paradiso si sta spalancando e l'anima torturata sta trovando la sua strada verso di esso... Beh, questa è certamente un po' un'esagerazione finché non si ascolta la musica e tutto appare al suo posto".

Sul finale della storia, quello mai raccontato, indugia Sondra Radvanovsky: "Vorrei sapere - conclude - se Aida ha scelto la morte, se ha paura della morte o se la abbraccia. E se c'è una trascendenza, se crede nella vita dopo la morte e nel fatto che saranno insieme in un posto migliore. Vorrei conoscere il prossimo capitolo!".

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