Le regole del mercato che censurano il film accusa contro l'Arabia Saudita

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The Dissident, sull'omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, è stato uno dei grandi successi al Sundance Festival eppure nessuna piattaforma di streaming si è impegnata a trasmettere il film, che denuncia chiaramente le gravi responsabilità della dinastia saudita

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The Dissident, sull'omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, è stato uno dei grandi successi al Sundance Film Festival dell'anno scorso negli Stati Uniti, l'anteprima è stata un successone. Eppure nessuna piattaforma di streaming si è impegnata a trasmettere il film, che denuncia chiaramente la responsabilità dell'Arabia Saudita e del principe ereditario in un crimine efferato...

Khashoggi, giornalista del Washington Post, scompare dopo essere entrato nel consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul, la sua fidanzata e i dissidenti di tutto il mondo sono lasciati soli davanti ai concreti indizi di un brutale omicidio e al relativo insabbiamento messo in atto da funzionari governativi di Riyad.

Il timore degli strali di Riyad

L'autre del film, Bryan Fogel è consapevole delle dinamiche che investono i film di violenta denuncia. "Accade quando ci sono in ballo enormi quantità di denaro, interessi commerciali, interessi di investimento, crescita...le responsabilità dell'azionariato, ecco tutte le cose che diventano prevalenti. Mentre le aziende crescono si nota che le scelte che adottano sono sempre molto prudenti, meno rischiose": chiarisce il regista.

La denuncia negata

Il regista Bryan Fogel è piuttosto noto. Nel 2017 aveva vinto l'Oscar del miglior documentario per Icarus, un film sul doping nel mondo del ciclismo, trasmesso da Netflix. Stavolta però ha dovuto scegliere un distributore indipendente, la Briarcliff Entertainment, per portare il film nelle sale e online.

"Credo che le persone in posizioni di potere con la ricchezza che genera quel tipo di risorse, non sono disposte a correre rischi - continua Fogel - anche in difesa dei diritti umani, come accade in questa storia che pure considero il bene più grande del mondo, ecco perché viviamo in una dimensione sempre più spaventosa, siamo tutti molto meno al sicuro".

Il film è stato finanziato dalla Human Rights Foundation ed è uscito negli Stati Uniti per per Natale. Nei prossimi mesi giungerà anche in Europa.

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